Il 4 luglio il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha festeggiato il giorno dell’indipendenza come sperava, cioè firmando la sua “grande e bellissima” legge di bilancio che introduce un taglio consistente alle imposte in favore dei più ricchi e che sarà finanziata ridimensionando i programmi di assistenza sociale e aumentando il debito. La legge cancella anche gran parte delle misure introdotte dall’ex presidente Joe Biden per sviluppare un’economia basata sull’energia pulita.
Sul piano politico è un successo per Trump, che mantiene così alcune delle sue promesse elettorali: eliminare le tasse sulle mance, finanziare una massiccia campagna di espulsione degli immigrati, aumentare la spesa per la difesa. Diversamente da quanto accaduto con la politica sui dazi Trump ha ottenuto il risultato sperato senza scatenare un terremoto sui mercati. L’obiettivo principale della legge era garantire la proroga dei tagli alle imposte introdotti da Trump nel 2017 e in scadenza alla fine del 2025. Da questo punto di vista la legge rafforza la politica tradizionale reaganiana della riduzione della pressione fiscale per le aziende e i grandi patrimoni, ma senza proporre un nuovo stimolo per la crescita, dato che il grosso dei tagli è già in vigore. Le cose cambiano se analizziamo la legge dal punto di vista del bilancio. La norma, infatti, impone alle finanze della prima economia mondiale una svolta difficilmente sostenibile. I tagli fiscali costeranno circa 4.500 miliardi di dollari, mentre quelli ai programmi sociali non superano i 1.100 miliardi. Questo significa che nei prossimi dieci anni il debito federale aumenterà di più di tremila miliardi e che, nonostante le entrate derivate dai dazi, il disavanzo sarà pari al 6 per cento del pil, con un debito pubblico che raggiungerà il 120 per cento.
L’ufficio per il bilancio del congresso ha stabilito che nella sua versione iniziale la legge è indubbiamente regressiva, dato che le condizioni economiche del 30 per cento più povero della popolazione peggioreranno mentre gli introiti del 10 per cento più ricco aumenteranno del 2 per cento. Tra tagli e nuovi adempimenti burocratici, circa 12 milioni di americani potrebbero perdere la copertura sanitaria. In definitiva la “grande e bellissima” legge di Trump presuppone un cambiamento che a lungo termine avrà effetti molto negativi sulla coesione sociale e sulla stabilità fiscale degli Stati Uniti. ◆ as
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Questo articolo è uscito sul numero 1622 di Internazionale, a pagina 19. Compra questo numero | Abbonati