◆ Le automobili ibride plug-in, con batterie che si ricaricano collegandole alla rete elettrica, sono considerate una buona alternativa rispetto a quelle alimentate con carburanti di origine fossile o alle ibride tradizionali. Un rapporto presentato dall’ong Greenpeace ne mette però in dubbio i reali benefici ecologici. Secondo il rapporto, le emissioni reali non sono di 44 grammi di anidride carbonica al chilometro, ma di più di 120.

Ashley Fly, ricercatore specializzato nei veicoli elettrici, ha cercato di fare chiarezza in un articolo pubblicato su The Conversation. L’impatto delle auto plug-in dipende da come sono usate, scrive. A differenza delle ibride tradizionali, le plug-in hanno una doppia alimentazione: un motore che funziona a carburante e una grande batteria, che può essere ricaricata collegandola a una presa elettrica. I test ufficiali sulle emissioni di anidride carbonica ipotizzano un uso dell’auto con batteria completamente carica all’inizio e scarica alla fine. L’uso reale può essere però molto diverso. Per esempio, è possibile viaggiare usando solo il carburante. In questo caso le emissioni sono molto più alte delle stime ufficiali. Oppure è possibile compiere solo tragitti brevi, caricando ogni volta la batteria, usando il veicolo come se fosse solo elettrico. Secondo Fly, bisognerebbe quindi stimare le emissioni delle auto plug-in tenendo conto di entrambe le modalità. E per l’ambiente sarebbe meglio comprare un veicolo solo elettrico.

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Questo articolo è uscito sul numero 1378 di Internazionale, a pagina 94. Compra questo numero | Abbonati