“Se non vince, ce ne andiamo”: il 14 ottobre Donald Trump ha minacciato di tagliare i finanziamenti all’Argentina se il suo alleato, il presidente ultraliberista Javier Milei, sarà sconfitto nelle elezioni legislative del 26 ottobre.

“Sostengo quest’uomo perché la sua filosofia è quella giusta”, ha dichiarato il presidente statunitense durante una visita di Milei alla Casa Bianca.

“Se vince restiamo con lui, se non vince ce ne andiamo. Io penso che vincerà”, ha aggiunto.

Il messaggio non potrebbe essere più chiaro, in un momento in cui gli Stati Uniti hanno appena dato una boccata d’ossigeno alla terza economia dell’America Latina, in difficoltà sui mercati finanziari.

Il 9 ottobre il dipartimento del tesoro statunitense aveva annunciato uno scambio bilaterale di valute, un cosiddetto swap, per un valore di venti miliardi di dollari e un intervento diretto sul mercato dei cambi per sostenere il peso, la moneta argentina.

Il 14 ottobre, durante un incontro con Trump e alcuni esponenti dell’amministrazione statunitense, Milei ha ringraziato il segretario al tesoro Scott Bessent per “l’immenso lavoro svolto per aiutare l’Argentina a superare una crisi di liquidità”.

Quest’intervento di Washington è in netto contrasto con la decisione dell’amministrazione Trump di ridurre drasticamente gli aiuti internazionali in nome della dottrina “America first”. Evidentemente Trump non vuole rinunciare a sostenere governi stranieri considerati ideologicamente vicini agli Stati Uniti.

Il 26 ottobre in Argentina si terranno le elezioni legislative di metà mandato, dall’esito incerto, che determineranno la capacità di Milei di portare avanti il suo programma di governo per i restanti due anni di presidenza.

Nelle ultime settimane le incertezze legate alle elezioni, e al mantenimento o meno delle politiche di austerità del governo, hanno esposto l’economia argentina a forti turbolenze finanziarie.

“L’aiuto di Washington ci permetterà di risolvere il problema di liquidità che stiamo affrontando a causa degli attacchi dei nostri oppositori, che sono nemici della libertà”, ha dichiarato Milei alla Casa Bianca.

Milei ha poi elogiato Trump per aver compreso “la minaccia rappresentata dal socialismo nel ventunesimo secolo, in tutto il mondo, ma in particolare in America Latina”.