Nel 2024 la concentrazione di anidride carbonica (Co2) nell’atmosfera ha registrato l’aumento più consistente dall’inizio delle rilevazioni, hanno avvertito il 15 ottobre le Nazioni Unite, invitando l’umanità a intervenire con la massima urgenza per ridurre le emissioni di gas serra.

Rispetto al 2023, “la concentrazione media globale di Co2 ha registrato l’aumento più consistente dall’inizio delle rilevazioni con strumenti moderni, nel 1957”, ha annunciato l’Organizzazione meteorologica mondiale (Omm), precisando che i tre principali gas serra – Co2, metano e protossido di azoto – hanno tutti raggiunto livelli record (l’anidride carbonica a 423,9 parti per milione, ppm).

Nel suo bollettino annuale l’Omm ha sottolineato che le emissioni di Co2 derivanti dalle attività umane e l’aumento degli incendi boschivi sono i principali responsabili, ma ha influito anche il ridotto assorbimento di Co2 da parte degli ecosistemi terrestri e degli oceani, in quello che sta ormai diventando “un circolo vizioso climatico”.

Il 2024 è stato anche l’anno più caldo mai registrato, battendo il precedente record del 2023, ha ricordato l’Omm.

“Il calore intrappolato nell’atmosfera dalla Co2 e dagli altri gas serra sta stravolgendo il clima terrestre e intensificando gli eventi meteorologici estremi. È quindi indispensabile ridurre le emissioni non solo per il clima in sé, ma anche per la nostra sicurezza economica e il nostro benessere”, ha dichiarato in un comunicato Ko Barrett, vicesegretaria generale dell’Omm.

Il ventunesimo bollettino annuale dell’Omm sui gas serra è stato pubblicato a poche settimane dall’inizio della conferenza delle Nazioni Unite sul clima (Cop30), che si terrà dal 10 al 21 novembre a Belém, in Brasile.

Durante la conferenza si discuterà tra le altre cose dell’attuazione concreta degli impegni assunti dagli stati durante la Cop21 a Parigi, nel 2015.

In quell’occasione era stato firmato l’accordo di Parigi, in base al quale 196 paesi si erano impegnati a mantenere il riscaldamento globale “ben al di sotto” dei due gradi in più rispetto all’era preindustriale (1850-1900), e possibilmente al di sotto degli 1,5 gradi in più, per evitare le conseguenze più catastrofiche della crisi climatica.

Nel 2024 la temperatura media ha superato di circa 1,55 gradi i livelli dell’era preindustriale.