Il primo ministro georgiano Irakli Kobakhidze ha annunciato il 5 ottobre misure di ritorsione contro l’opposizione dopo una grande manifestazione di protesta il giorno prima, caratterizzata da un tentativo di assalto al palazzo presidenziale.

Decine di migliaia di georgiani filoeuropei si erano radunati nel centro di Tbilisi il 4 ottobre per protestare contro il governo nel giorno delle elezioni amministrative, boicottate da vari partiti d’opposizione.

Secondo la commissione elettorale, Sogno georgiano, il partito filorusso al potere, ha ottenuto la maggioranza in tutti i comuni in lizza in questo primo scrutinio dopo le elezioni legislative dell’ottobre 2024, il cui esito era stato contestato dall’opposizione e dall’Unione europea.

La sera del 5 ottobre centinaia di persone hanno partecipato a una nuova manifestazione davanti al parlamento, bloccando il traffico sulla strada principale della capitale.

“Rovesceremo questo governo illegittimo”, ha dichiarato all’Afp Nato Tsomaïa, 23 anni.

Il giorno prima la polizia aveva usato i lacrimogeni per respingere un assalto al palazzo presidenziale.

“Varie persone sono già state arrestate, tra cui gli organizzatori di questo tentativo di rovesciare il governo”, ha dichiarato il 5 ottobre Kobakhidze, aggiungendo che “nessuno resterà impunito”.

In precedenza il premier aveva definito la manifestazione un “tentativo di colpo di stato pianificato da servizi di sicurezza stranieri”.

“Questa forza d’opposizione, sostenuta da una rete di agenti stranieri, sarà neutralizzata e non potrà più partecipare alla vita politica georgiana”, ha avvertito, riferendosi al Movimento nazionale unito (Mnu), il partito dell’ex presidente Mikheil Saakashvili.

Saakashvili, che sta scontando una condanna a dodici anni e mezzo di prigione per “abuso di potere”, aveva chiesto ai suoi sostenitori di scendere in piazza per “salvare la democrazia georgiana”.

Dopo le elezioni legislative del 2024 l’opposizione aveva organizzato manifestazioni di protesta per mesi, molte delle quali represse dalla polizia.

Le autorità avevano reagito procedendo a decine di arresti e aumentando la pressione sui mezzi d’informazione indipendenti.

Sogno georgiano, al potere dal 2012, è accusato dai suoi critici di aver perseguito una deriva autoritaria e di aver sospeso i negoziati per l’adesione all’Unione europea, un obiettivo sancito dalla costituzione georgiana, in nome di un riavvicinamento con Mosca.

Negli ultimi anni ha adottato leggi contro la comunità lgbt+ e contro gli “agenti stranieri” criticate dall’Unione europea, che il 5 ottobre ha esortato i georgiani ad “astenersi da qualunque forma di violenza”.