Nel novembre del 2024 il primo ministro Irakli Kobakhidze, del partito filorusso Sogno georgiano, ha annunciato la sospensione dei negoziati per l’adesione all’Unione europea. Poco dopo migliaia di persone sono scese in piazza in tutto il paese e il governo ha risposto alle manifestazioni con una repressione brutale. Da allora, in particolare nella capitale Tbilisi, le proteste non si sono mai fermate.
Eppure la televisione pubblica Georgia public broadcasting (Gpb) ha continuato a trasmettere programmi di intrattenimento o buone notizie legate al partito al governo, mentre i giornalisti che hanno espresso il proprio dissenso sono stati sanzionati o arrestati.
Le storie di chi si batte quotidianamente per difendere la libertà d’informazione, nel reportage video di Bernadette Weber, realizzato con la collaborazione di Ketevan Vashagashvili.
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