Il 21 settembre decine di migliaia di persone hanno partecipato alle manifestazioni in Brasile contro un progetto di legge che rafforza l’immunità per i parlamentari e una possibile amnistia per l’ex presidente di estrema destra Jair Bolsonaro, condannato a 27 anni di prigione per un tentativo di colpo di stato.
A Rio de Janeiro la manifestazione si è conclusa con un concerto sulla spiaggia di Copacabana, dove le icone della musica brasiliana Caetano Veloso, Gilberto Gil e Chico Buarque si sono esibite davanti a circa 40mila persone.
A São Paulo una folla di dimensioni simili – 42mila persone secondo un gruppo di ricercatori dell’università di São Paulo (Usp) – ha sfilato lungo l’avenida Paulista, uno dei viali principali della città.
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Il presidente Luiz Inácio Lula da Silva ha affermato su Instagram che le manifestazioni “dimostrano che i cittadini non vogliono l’impunità”.
Portando cartelli con le scritte “No all’amnistia”, “Mai più dittatura” e “Il congresso è una vergogna nazionale”, i cittadini hanno partecipato alle manifestazioni in circa trenta città.
“Siamo qui per protestare contro un congresso composto da criminali e corrotti che approvano leggi per garantirsi l’immunità!”, ha dichiarato all’Afp Aline Borges, una manifestante nella capitale Brasília.
Il progetto di legge, contestato dal governo ma approvato il 16 ottobre dalla camera dei deputati, prevede che il congresso autorizzi, con voto segreto, qualunque azione legale contro deputati e senatori, in un paese in cui la corruzione è molto diffusa.
Il presidente della camera dei deputati, Hugo Motta, ha definito il testo una garanzia contro gli abusi giudiziari.
Secondo il ministro della giustizia Ricardo Lewandowski, invece, il rafforzamento dell’immunità “permetterebbe alla criminalità organizzata d’infiltrarsi al congresso”.
Il 17 settembre i deputati avevano poi approvato con procedura d’urgenza un progetto di legge per garantire l’amnistia a centinaia di sostenitori di Bolsonaro condannati per aver partecipato alla rivolta di Brasília dell’8 gennaio 2023.
I più stretti alleati di Bolsonaro vorrebbero che l’amnistia fosse estesa anche all’ex presidente (2019-2022).
Lula si è impegnato a mettere il veto a qualunque progetto di amnistia.