Il 19 settembre almeno 75 persone sono morte in un attacco con droni condotto dai paramilitari delle Forze di supporto rapido (Rsf) contro una moschea in un campo profughi vicino ad Al Fashir, il capoluogo del Darfur Occidentale, nell’ovest del Sudan.
Al Fashir è l’ultima grande città del Darfur ancora controllata dall’esercito.
L’attacco delle Rsf ha preso di mira il campo profughi di Abu Shouk, sovraffollato e in preda a una carestia, ha affermato un gruppo locale di soccorritori.
In particolare, “un drone esplosivo ha colpito una moschea, che in quel momento era affollata”, ha aggiunto.
Il campo si trova a pochi chilometri da Al Fashir, che è assediata dalle Rsf da circa un anno e mezzo.
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Secondo le immagini satellitari dell’Humanitarian research lab (Hrl) dell’università di Yale, negli Stati Uniti, le Rsf stanno proseguendo la loro avanzata, avvicinandosi ad alcuni siti strategici, tra cui il campo di Abu Shouk e l’ex base della missione di pace congiunta delle Nazioni Unite e dell’Unione africana (Minuad), diventata il quartier generale di una coalizione di milizie filogovernative.
Un funzionario delle Rsf, che ha chiesto di restare anonimo, ha dichiarato all’Afp che i paramilitari hanno “già assunto, nel pomeriggio del 18 settembre, il controllo dell’ex base della Minuad”.
Il campo profughi di Abu Shouk si trova appena tre chilometri più a nord.
Le organizzazioni umanitarie temono violenze di massa se Al Fashir dovesse cadere, in particolare contro i gruppi etnici non arabi, tra cui gli zaghawa.
In Sudan dall’aprile 2023 è in corso una guerra civile tra l’esercito, guidato dal capo della giunta militare Abdel Fattah al Burhan, e le Rsf, guidate da Mohamed Hamdan Dagalo, che ha causato decine di migliaia di morti e circa tredici milioni di sfollati. La crisi umanitaria in corso è una delle più gravi della storia recente.
Sia l’esercito sia le Rsf sono accusate di crimini di guerra per aver deliberatamente preso di mira i civili e bloccato gli aiuti umanitari.
Nel Darfur, nell’ovest del Sudan, si sono verificate alcune delle peggiori atrocità del conflitto, tra cui bombardamenti di aree residenziali, attacchi a campi di sfollati e violenze a sfondo etnico.