Il 2 settembre un giudice federale della California ha definito “illegale” la decisione del presidente statunitense Donald Trump di schierare la guardia nazionale a Los Angeles nel giugno scorso, in seguito ad alcune manifestazioni contro la politica migratoria dell’amministrazione.
Dato che l’entrata in vigore della sentenza è prevista il 12 settembre, la corte suprema, a maggioranza conservatrice, avrà però il tempo di pronunciarsi sulla questione.
L’invio di migliaia di soldati a Los Angeles – riservisti della guardia nazionale e marines – era avvenuto nonostante il parere contrario del governatore democratico della California, Gavin Newsom.
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Intanto, dopo Los Angeles e Washington, il 2 settembre Trump ha annunciato che invierà la guardia nazionale anche a Chicago, senza precisare quando.
Per giustificare il ricorso alla guardia nazionale, una forza militare di riservisti, il presidente ha definito Chicago “la capitale mondiale degli omicidi” e “la città più pericolosa del mondo”.
“Chicago non ha bisogno dell’esercito”, ha reagito poco dopo il governatore democratico dell’Illinois JB Pritzker, dicendosi “pronto a una battaglia in tribunale” e invitando gli abitanti a farsi sentire pacificamente.
“Qui la lotta alla criminalità non c’entra niente. Trump vuole semplicemente mettere alla prova il suo potere e creare uno spettacolo politico per nascondere la corruzione”, ha affermato.
“Non ci sono urgenze che giustifichino l’invio dell’esercito”, ha aggiunto, sottolineando che negli ultimi quattro anni gli omicidi a Chicago si sono ridotti di quasi il 50 per cento.
New York, Baltimora e Boston
“Non vogliamo un’occupazione militare”, ha dichiarato invece il sindaco di Chicago Brandon Johnson.
La settimana scorsa Johnson aveva emanato un decreto per limitare le prerogative di un eventuale contingente della guardia nazionale.
Trump vorrebbe schierare la guardia nazionale anche in altre città amministrate dal Partito democratico, tra cui New York, Baltimora e Boston.