Le forze governative siriane si sono ritirate dall’intera provincia di Al Suwayda, a maggioranza drusa, nella Siria meridionale, secondo quanto annunciato all’Afp dall’Osservatorio siriano per i diritti umani e da alcuni testimoni.

Il ritiro delle forze governative segue la dichiarazione di un accordo di cessate il fuoco del 16 luglio. Il presidente siriano ad interim Ahmed al Sharaa ha annunciato nella notte il trasferimento “alle fazioni locali” della responsabilità del mantenimento della sicurezza ad Al Suwayda, dove ci sono stati scontri che hanno causato oltre 350 morti dal 13 luglio.

“Le autorità siriane hanno ritirato le loro forze militari dalla città di Al Suwayda e dall’intera provincia e i combattenti drusi si sono schierati”, ha dichiarato all’Afp il direttore dell’Osservatorio Rami Abdel Rahman.

Le forze governative hanno riferito a un corrispondente dell’Afp di aver ricevuto l’ordine di ritirarsi poco prima della mezzanotte e di aver completato il ritiro entro l’alba.

“La città di Al Suwayda sembra priva di qualsiasi presenza di forze governative”, ha dichiarato all’Afp Rayan Maarouf, caporedattore del sito locale Al Suwayda 24, aggiungendo che la situazione è “catastrofica e i cadaveri sono disseminati per le strade”.

Il 13 luglio sono scoppiati scontri tra beduini sunniti e combattenti drusi, i cui rapporti sono tesi da decenni. Il governo siriano ha schierato le sue forze nella regione con l’obiettivo dichiarato di ristabilire l’ordine. Ma l’Osservatorio siriano per i diritti umani lo ha accusato di combattere contro fazioni druse.

Israele, ostile a qualsiasi presenza militare siriana vicino al suo confine e dicendo di voler proteggere la comunità drusa, ha risposto bombardando Damasco e altre zone del paese.

La portavoce del dipartimento di stato degli Stati Uniti Tammy Bruce ha chiesto al governo siriano di lasciare la zona di conflitto nel sud del paese per allentare le tensioni con Israele.