Il 16 luglio Israele ha bombardato il quartier generale dell’esercito siriano a Damasco per costringere le forze governative a ritirarsi dalla città a maggioranza drusa di Al Suwayda, nel sud della Siria, dove quasi 250 persone sono morte in tre giorni di violenze.
Gli scontri sono proseguiti anche il 16 luglio ad Al Suwayda, che finora era controllata dai combattenti drusi. Poi il 15 luglio, dopo due giorni di scontri tra drusi e beduini, le forze governative sono arrivate in città con il chiaro intento di assumerne il controllo.
L’ong Osservatorio siriano per i diritti umani ha accusato le forze di sicurezza di aver commesso numerosi abusi, tra cui esecuzioni sommarie di civili e saccheggi.
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Cosa succede in Medio Oriente. A cura di Francesca Gnetti. Ogni mercoledì.
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Secondo l’ong, almeno 248 persone sono state uccise nella regione dal 13 luglio, quando sono scoppiati i primi scontri tra drusi e beduini.
La maggior parte delle vittime è costituita da combattenti di entrambe le parti, ma sono stati uccisi anche 28 civili drusi, 21 dei quali in esecuzioni sommarie, ha riferito l’ong.
Israele, che occupa dal 1967 le alture siriane del Golan e ne ha anche annesso una parte, ha ribadito negli ultimi giorni che non avrebbe tollerato la presenza delle forze di sicurezza siriane nel sud del paese.
“L’intensità dei nostri attacchi aumenterà fino a quando le forze di sicurezza siriane non se ne andranno, lasciando in pace i drusi”, ha dichiarato il ministro della difesa israeliano Israel Katz.
Tenendo fede alle minacce, il 16 luglio l’esercito israeliano ha affermato di aver colpito l’ingresso del quartier generale dell’esercito siriano a Damasco.
La tv di stato siriana ha riferito che due persone sono rimaste ferite nel centro della capitale, senza precisare il luogo esatto.
L’esercito israeliano ha inoltre annunciato il rafforzamento delle sue posizioni al confine con la Siria e fatto sapere di aver bloccato “decine di persone” che cercavano di attraversare il confine tra i due paesi.
Divisioni tra i drusi
Il 16 luglio uno dei più influenti leader religiosi drusi, lo sceicco Hikmat al Hijri , ha lanciato un appello al presidente statunitense Donald Trump e al primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, chiedendogli d’intervenire per “salvare” Al Suwayda. “Le forze di sicurezza stanno sterminando la nostra comunità a sangue freddo”, ha dichiarato.
Ma la comunità drusa appare divisa: altri leader spingono per un cessate il fuoco e un accordo con le nuove autorità siriane.
La regione di Al Suwayda ospita la più importante comunità drusa del paese. I drusi sono una setta religiosa d’origine musulmana diffusa tra Siria, Libano e Israele.
Le violenze degli ultimi giorni mostrano le difficoltà che il governo guidato da Ahmed al Sharaa deve affrontare dopo la caduta del regime di Bashar al Assad, in un paese devastato da quasi quattordici anni di guerra civile.