Il 2 luglio l’Iran ha ufficialmente sospeso la sua cooperazione con l’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) in seguito alle forti tensioni legate al recente conflitto con Israele.

Il 25 giugno, all’indomani della tregua imposta da Donald Trump dopo dodici giorni di guerra, il parlamento iraniano aveva approvato a stragrande maggioranza un progetto di legge per sospendere la cooperazione con l’agenzia delle Nazioni Unite responsabile della sicurezza nucleare.

Il testo è ora entrato in vigore, dopo essere stato promulgato dal presidente Masoud Pezeshkian.

La decisione ha provocato le ire d’Israele, con il ministro degli esteri Gideon Saar che ha invitato il mondo a “usare tutti i mezzi a sua disposizione per mettere fine alle ambizioni nucleari dell’Iran”.

Saar ha chiesto a Germania, Francia e Regno Unito, i tre paesi europei che avevano firmato l’accordo sul nucleare iraniano del 2015 insieme a Cina e Stati Uniti, di “ripristinare con la massima urgenza tutte le sanzioni contro l’Iran”. Teheran aveva smesso di applicare l’accordo del 2015 in un gesto di ritorsione dopo il ritiro unilaterale degli Stati Uniti, deciso da Donald Trump nel 2018, durante il suo primo mandato.

Berlino ha definito la decisione dell’Iran di sospendere la cooperazione con l’Aiea un “segnale disastroso”.

Sostenendo che l’Iran fosse vicino alla produzione di armi nucleari, il 13 giugno Israele aveva lanciato un’offensiva senza precedenti contro il paese, colpendo centinaia di siti nucleari e militari.

L’Iran, che aveva più volte affermato che il suo programma nucleare aveva scopi civili e non militari, aveva reagito lanciando missili e droni contro il territorio israeliano.

Secondo i dati ufficiali, il conflitto ha causato la morte di 935 persone in Iran e 28 in Israele.

Secondo i mezzi d’informazione iraniani, l’obiettivo della nuova legge è “garantire il diritto legittimo dell’Iran ad arricchire l’uranio per scopi civili”.

La questione dell’arricchimento dell’uranio è al centro di un’aspra controversia tra l’Iran e gli Stati Uniti, che ad aprile avevano avviato dei negoziati bilaterali, interrotti però dalla guerra.

L’Iran è firmatario del trattato di non proliferazione nucleare (Tnp) dal 1970, ma secondo Teheran l’offensiva israeliana ha “inferto un colpo irreparabile” a quest’accordo internazionale, da cui potrebbe quindi ritirarsi.

Il 26 giugno il direttore generale dell’Aiea Rafael Grossi aveva sottolineato che la cooperazione dell’Iran con l’agenzia “è un obbligo legale, purché Teheran non esca dal Tnp”.

L’ambasciatore iraniano alle Nazioni Unite, Amir Saeid Iravani, aveva dichiarato il 29 giugno all’emittente statunitense Cbs che gli ispettori dell’Aiea saranno “al sicuro” in Iran, ma “non saranno autorizzati a visitare gli impianti nucleari”.

Durante il conflitto Teheran aveva denunciato con forza il “silenzio” dell’Aiea di fronte ai bombardamenti israeliani e statunitensi contro i suoi impianti nucleari.

L’entità dei danni agli impianti nucleari iraniani non è al momento chiara.