Otto persone sono morte e almeno quattrocento sono rimaste ferite il 25 giugno nelle manifestazioni a Nairobi e in altre città del Kenya nel primo anniversario dell’inizio dell’ondata di proteste del 2024 contro la corruzione e contro la legge di bilancio di quell’anno, che avrebbe aumentato le tasse.

Il 25 giugno 2024 i manifestanti avevano occupato il parlamento per chiedere il ritiro della finanziaria e le dimissioni del presidente William Ruto, ma l’ondata di proteste era continuata fino a luglio inoltrato.

Secondo le ong per i diritti umani, più di sessanta persone erano state uccise e più di ottanta sequestrate, alcune delle quali non sono più state ritrovate.

Il 25 giugno migliaia di manifestanti, in grande maggioranza giovani, sono scesi di nuovo in strada a Nairobi, ma anche nella città costiera di Mombasa e in altre province del paese.

Alcuni hanno lanciato pietre contro le forze di sicurezza, che hanno risposto con gas lacrimogeni e granate stordenti.

Secondo una coalizione di una ventina di ong per i diritti umani, tra cui Amnesty international, otto persone sono morte e almeno quattrocento sono rimaste ferite in tutto il paese, 83 delle quali in gravi condizioni.

Almeno otto manifestanti sono stati ricoverati in ospedale con ferite di arma da fuoco e tre dei feriti sono poliziotti, hanno aggiunto le ong.

Almeno trecento persone sono rimaste ferite a Nairobi e 67 sono in gravi condizioni, aveva riferito in precedenza all’Afp un responsabile di una squadra di soccorso che riunisce varie organizzazioni, tra cui la Croce rossa.

A un centinaio di chilometri da Nairobi due persone sono state uccise a colpi di arma da fuoco nel distretto di Matuu, secondo fonti ospedaliere.

La contestazione si era riaccesa dopo che all’inizio di giugno un insegnante di 31 anni, Albert Ojwang, era morto in cella dopo che era stato arrestato per aver criticato un alto funzionario di polizia sui social network.

La polizia aveva inizialmente affermato che Ojwang si era ferito da solo battendo violentemente la testa contro le pareti della cella, prima che l’autopsia rilevasse lesioni al cranio e al collo incompatibili con ferite autoinflitte.

Oltre che contro le violenze della polizia, i giovani protestano contro la corruzione, la povertà e la disoccupazione.