Il 17 giugno le tensioni sono aumentate in Kenya dopo che nove persone sono rimaste ferite negli scontri a Nairobi tra forze di sicurezza e manifestanti che protestavano contro le violenze della polizia.

I giornalisti dell’Afp presenti hanno visto un poliziotto in tenuta antisommossa sparare a bruciapelo a un civile, colpendolo alla testa. Mentre molti pensavano che l’uomo fosse morto, due fonti mediche hanno riferito che è ancora vivo, anche se in condizioni critiche.

L’episodio, ripreso anche in video, ha suscitato forte indignazione online. “Ancora una volta un keniano è stato colpito alla testa a bruciapelo dai poliziotti assassini di William Ruto”, ha dichiarato un utente del social network X, riferendosi al presidente del Kenya.

“Signor Ruto, la sua squadra di killer ha ucciso in pieno giorno e senza alcun processo un uomo innocente e disarmato che vendeva mascherine”, ha denunciato su X l’ex vicepresidente Kalonzo Musyoka, oggi all’opposizione.

La tensione era già oltre il livello di guardia a pochi giorni dal primo anniversario dell’ondata di proteste del 2024 contro la corruzione e una legge di bilancio che avrebbe aumentato le tasse. Le manifestazioni erano state represse nel sangue.

Secondo le organizzazioni per i diritti umani, più di sessanta persone erano state uccise e più di ottanta rapite dalle forze di sicurezza.

La recente morte di Albert Ojwang, un insegnante di 31 anni in custodia della polizia dopo che era stato arrestato per aver criticato un alto funzionario di polizia sui social network, ha riacceso la contestazione.

La polizia aveva inizialmente affermato che Ojwang si era ferito da solo battendo violentemente la testa contro le pareti della cella, prima che l’autopsia rilevasse lesioni al cranio e al collo incompatibili con ferite autoinflitte.

Il 17 giugno la polizia ha affermato in un comunicato che l’agente accusato di aver sparato al venditore di mascherine è stato “arrestato e incriminato”. Nel comunicato si legge che i manifestanti “sono stati attaccati da un gruppo di teppisti in moto, in possesso di armi rudimentali”, assicurando che “gli aggressori saranno trattati con fermezza”.

“Ci hanno picchiati con fruste e bastoni mentre i poliziotti stavano a guardare”, ha raccontato Hanifa Adan, una leader del movimento di protesta del 2024.