Il 30 aprile Israele è intervenuto nelle violenze confessionali che hanno causato una trentina di morti in due giorni in Siria, conducendo un attacco di avvertimento per esortare le autorità a proteggere la comunità drusa.
Queste violenze hanno risvegliato lo spettro dei massacri che a marzo avevano causato più di 1.700 morti nella regione di Latakia (ovest), in gran parte appartenenti alla minoranza alawita dell’ex presidente Bashar al Assad, deposto nel dicembre scorso da una coalizione ribelle a guida islamista attualmente al potere.
Gli scontri tra gruppi armati legati al nuovo regime e combattenti drusi a Jaramana, alla periferia di Damasco, si sono estesi nella notte tra il 29 e il 30 aprile alla località di Sahnaya, causando tredici morti.
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Cosa succede in Medio Oriente. A cura di Francesca Gnetti. Ogni mercoledì.
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Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e il suo ministro della difesa, Israel Katz, hanno affermato in un comunicato congiunto che l’esercito ha condotto “un’azione di avvertimento contro un gruppo estremista che si preparava ad attaccare la popolazione drusa a Sahnaya”.
“Allo stesso tempo è stato inviato un messaggio forte al regime siriano: Israele si aspetta che agisca per proteggere la comunità drusa”, hanno aggiunto.
Tredici persone sono morte nella notte tra il 29 e il 30 aprile nei combattimenti a Sahnaya, alla periferia sudoccidentale di Damasco, all’indomani degli scontri nella località a maggioranza drusa di Jaramana, alla periferia sudorientale della capitale, che avevano causato diciassette vittime, secondo le autorità e l’ong Osservatorio siriano per i diritti umani.
Secondo una fonte del ministero della salute, citata dall’agenzia Sana, undici persone sono state uccise da “uomini armati che hanno preso di mira civili e forze di sicurezza a Sahnaya”.
Secondo l’ong, hann0 perso la vita anche due combattenti drusi.
La sera del 29 aprile i rappresentanti del governo e i leader della comunità drusa di Jaramana avevano firmato un accordo per mettere fine agli scontri.
L’attacco a Jaramana era stato condotto da gruppi armati filogovernativi dopo la diffusione sui social network di un messaggio audio considerato blasfemo, attribuito a un druso.
I drusi sono una setta religiosa d’origine musulmana diffusa tra Siria, Libano e Israele.