Uno strano modo di negoziare la pace. Primo atto: venerdì Washington rende pubblico un piano in ventotto punti che riprende le principali richieste russe e che somiglia a una capitolazione dell’Ucraina. Un piano elaborato senza consultare né l’Ucraina né gli alleati europei. L’atmosfera è così cupa che il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyj dichiara di dover scegliere tra perdere la dignità o perdere il sostegno del suo principale alleato.
Secondo atto: domenica statunitensi, ucraini ed europei si riuniscono a Ginevra per discuterne. Gli europei fanno una controproposta, gli ucraini negoziano passo dopo passo. E il tono, a fine giornata, è più positivo: la Casa Bianca afferma che qualsiasi accordo dovrà rispettare la sovranità dell’Ucraina.
È la terza volta in pochi mesi che l’amministrazione statunitense mette in scena la stessa situazione: un tentativo di concludere un accordo con Vladimir Putin a qualsiasi prezzo, prima di fare marcia indietro perché le condizioni sono inaccettabili, anche per una parte dei repubblicani a Washington.
L’accordo che l’Ucraina e i suoi alleati europei cercano di raggiungere è senza dubbio inaccettabile per Vladimir Putin. Sapremo quindi nei prossimi giorni se, ancora una volta, il riequilibrio della posizione statunitense farà fallire questo nuovo tentativo diplomatico.
Ma il metodo è comunque sconcertante. Il piano iniziale riprendeva a tal punto il linguaggio del Cremlino che alcuni parlamentari repubblicani a Washington si sono chiesti se non fosse stato scritto in russo e poi tradotto in inglese da un’intelligenza artificiale. E domenica mattina Donald Trump aveva twittato, in lettere maiuscole come fa quando non è contento, che i dirigenti ucraini erano degli “ingrati” verso l’aiuto statunitense.
Un piano traballante
La proposta europea in ventiquattro punti cerca di correggere il testo americano sulle concessioni territoriali richieste all’Ucraina e sulle garanzie di sicurezza, l’unico modo per impedire a Vladimir Putin di tornare all’attacco. Gli europei della coalizione dei volenterosi avevano elaborato un piano che prevedeva la presenza di truppe europee in Ucraina per garantire un cessate il fuoco, ma la Russia si oppone. Che succederà alla fine?
Se la trattativa dovesse fallire e Washington facesse ricadere la colpa sull’Ucraina, nel peggiore dei casi gli Stati Uniti, come ha minacciato Donald Trump, non daranno più aiuto militare e informazioni all’Ucraina, lasciandola al suo destino, con un’Europa che non ha i mezzi per prendere il loro posto.
Ma il piano di partenza è così traballante che potrebbe facilmente naufragare nel giro di pochi giorni, se gli statunitensi accettano alcune delle concessioni rifiutate da Mosca. È l’arte della negoziazione al tempo di Trump, con i programmi segreti di Washington e Mosca, gli umori del presidente sul suo social media e una bussola che non indica sempre il nord.
La grande lezione per l’Europa è sempre la stessa: sa di non poter più contare sull’alleanza storica con gli Stati Uniti e di dover mettere in atto il risveglio strategico di cui parla dall’invasione dell’Ucraina. Ma la realtà è che è ancora legata mani e piedi a un protettore che è anche, a volte, il suo avversario.
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