Se la parola banda nel latino medievale indicava una fazione, allora in queste righe voglio prendere il partito della banda. La Banda! Questo organismo musicale a fiato, da corsa, in divisa, che nasce mobile, a passo di marcia, per finire assiso nel trono farcito della cassa armonica a portare la grande musica d’opera a chi il teatro non poteva permetterselo. La Banda! Organismo sociale, presidio di paesi in estinzione, gerarchico e insieme solidale. Dalla banda municipale alla bassa banda, alla banda di attivismo civile, agli ottoni a scoppio, alle fanfare. I Balcani, la resistenza e i bersaglieri! La banda si mantiene viva nel suo essere insieme ordine ed eversione. Occasione di comunità e prima pratica musicale, gruppo in cui s’impara fin da ragazzini a distinguere il proprio suono in relazione a quello degli altri, e a sentirsi forti insieme. La banda Bassotti, i musicanti di Brema, l’inizio del voyage di Louis-Ferdinand Céline fino alla luce negli occhi di John Belushi a pronunciarne la parola: “La Banda!!!”. Viva la banda, che ci accompagna, dalle feste alle celebrazioni, fino all’ultimo passaggio. Umile e gloriosa, festosa e tragica, in piedi e seduta, fanfarosa e solenne, in rincorsa con noi, dall’arruolamento alla vita fino all’ultima marcia. Quella del camposanto.

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Questo articolo è uscito sul numero 1631 di Internazionale, a pagina 12. Compra questo numero | Abbonati