Secondo una citazione attribuita a Benjamin Franklin, “un’oncia di prevenzione vale una libbra di cure”. Se il mondo sta scoprendo il prezzo della libbra di cure per il covid-19, in cosa consiste l’oncia di prevenzione?

Per quanto riguarda le malattie infettive provenienti dagli animali selvatici, come il covid-19, la sars, la mers e l’ebola, si dovrebbe in primo luogo prevenire la trasmissione agli esseri umani. Per farlo, è importante modificare i nostri comportamenti e limitare il contatto con le specie selvatiche in cui queste malattie si annidano.

angelo monne

Un metodo complementare è colpire gli agenti infettivi che le veicolano, riducendone la diffusione o eliminandoli del tutto all’interno di una popolazione animale. L’idea non è nuova, ma grazie ai progressi tecnologici potrebbe funzionare meglio di quanto non sia successo in passato.

L’esempio della rabbia

Un esempio classico è la rabbia, che causa un’infiammazione al cervello: vaccinando i cani e altri carnivori selvatici per sopprimerla nelle rispettive popolazioni, riduciamo anche il nostro rischio di contrarla. La rabbia è stata di fatto eliminata negli esseri umani negli Stati Uniti e in Europa, ma uccide ancora più di 55mila persone all’anno in Africa e in Asia, dove i vaccini per gli animali selvatici risultano troppo costosi e non si riesce a raggiungere un livello sufficiente d’immunità.

L’uso dei vaccini per colpire altri agenti patogeni pericolosi che circolano tra pipistrelli e roditori – come i virus ebola, marburg, sars e lassa – incontra ostacoli simili, aggravati dalla velocità del ricambio e dalle notevoli dimensioni delle popolazioni animali in questione.

Una possibile soluzione è creare vaccini che si diffondano da soli, e si può fare in due modi. Il sistema tradizionale prevede l’applicazione del vaccino sul pelo di animali catturati. Questi, una volta rilasciati nei rispettivi habitat, lo passano ad altri esemplari mentre svolgono le operazioni di pulizia del pelo, amplificando così il grado d’immunità generale. Questa soluzione potrebbe aiutarci a contenere, per esempio, la minaccia della rabbia trasmessa dai pipistrelli vampiro del genere Desmodus.

Un pezzettino di genoma

Il sistema più innovativo prevede invece l’inserimento di un pezzettino di genoma dell’agente della malattia infettiva in un virus benigno che si diffonde in maniera naturale nella popolazione animale. Passando da un esemplare all’altro, il vaccino aumenta in maniera significativa l’immunità all’interno della popolazione e riduce il rischio di trasmissione agli esseri umani. La tecnologia per sviluppare i vaccini trasmissibili esiste già. Una sperimentazione sul campo per proteggere i conigli selvatici dalla malattia emorragica virale ha dato risultati incoraggianti. Ora l’obiettivo è sviluppare i prototipi per alcuni agenti patogeni umani, tra cui i virus lassa ed ebola.

Quella dei vaccini trasmissibili potrebbe rivelarsi una tecnologia rivoluzionaria per arginare la minaccia costituita dalle malattie infettive della fauna selvatica. Oltre a rendere scientificamente possibile ed economicamente conveniente la vaccinazione degli animali selvatici, disincentiva lo sterminio di specie importanti dal punto di vista ecologico, come i pipistrelli.

Resta però ancora molto da fare. Bisogna verificare con dei test in laboratorio e sul campo la reale efficacia della tecnologia e gli eventuali effetti imprevisti.

E tuttavia, mentre i costi della ricerca di una cura per il covid-19 continuano a lievitare, un’oncia di prevenzione sembra ogni giorno che passa un investimento migliore. ◆ sdf

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Questo articolo è uscito sul numero 1374 di Internazionale, a pagina 91. Compra questo numero | Abbonati