Le grandi aziende tecnologiche stanno siglando accordi per garantirsi energia elettrica da fonti rinnovabili destinata ai loro data center, un tentativo di ridurre le emissioni di anidride carbonica che sta cambiando l’intero settore. Amazon, per esempio, prevede di comprare 1,5 gigawatt di capacità di produzione da 14 nuovi impianti solari ed eolici in tutto il mondo, una decisione coerente con l’obiettivo di ottenere entro il 2025 una quantità sufficiente di energia rinnovabile per le attività del gruppo.
Le aziende tecnologiche finanziano progetti di energia solare, eolica e altre fonti rinnovabili in quantità mai viste prima. Secondo gli esperti del settore, in alcuni paesi la disponibilità delle aziende tecnologiche a investire in anticipo, firmando impegni a comprare l’energia a un determinato prezzo per lunghi periodi di tempo, ha reso queste offerte più importanti dei sussidi pubblici per gli investimenti nelle rinnovabili.
Secondo il centro di ricerca BloombergNef, Microsoft, Amazon, Alphabet (la casa madre di Google) e Facebook sono quattro delle prime sei aziende ad aver firmato accordi per l’acquisto di energie rinnovabili. Con 27,5 gigawatt opzionati rappresentano il 30 per cento degli acquisti aziendali. Amazon è la principale acquirente aziendale a livello globale. Altri più importanti sono l’azienda energetica francese TotalEnergies e il colosso statunitense delle telecomunicazioni At&t.
Data la portata di questi investimenti, le aziende tecnologiche sono sollecitate a dimostrare che i progetti sviluppati contribuiscono ad accrescere la disponibilità di energia da fonti rinnovabili invece di assorbire le scorte esistenti. Molti vogliono sapere se questi acquisti sostituiscono davvero l’energia generata dagli impianti che emettono anidride carbonica o non si limitano semplicemente a produrre più energia per soddisfare un crescente consumo globale. È una questione importante, perché le aziende vogliono dire a consumatori e investitori che stanno contribuendo a ridurre la produzione di anidride carbonica in termini assoluti, non che la stanno spostando da una parte all’altra.
Brian Janous, responsabile della Microsoft per l’energia e le rinnovabili, ha affermato che l’azienda sta analizzando le reti energetiche per stabilire in quali località e in quali ore del giorno una produzione aggiuntiva di energia pulita sostituirebbe una maggiore quantità di energia prodotta da impianti alimentati con i combustibili fossili. Google, che all’inizio del 2017 dichiarava di aver coperto interamente il suo consumo energetico con elettricità proveniente da fonti rinnovabili, ha annunciato un obiettivo più ambizioso: allineare il suo consumo con le energie rinnovabili su base non solo annuale ma oraria. Per questo l’azienda sta verificando se sulle reti elettriche che usa c’è una quantità sufficiente di energia a impatto zero negli orari in cui la consuma, sia di notte sia nei momenti di maggiore richiesta.
Aumento vertiginoso
Gli acquisti di energia sono alimentati dall’aumento vertiginoso dell’uso e dell’elaborazione dei dati. Secondo l’Agenzia internazionale dell’energia (Iea), negli ultimi dieci anni la maggiore efficienza ha abbondantemente compensato l’aumento del consumo di energia, in parte grazie alla fornitura dei servizi attraverso il cloud computing. I ricercatori ritengono che sia ancora possibile migliorare sotto il profilo dell’efficienza, ma non sono sicuri che basterà, soprattutto in vista della diffusione delle reti 5g e con una quantità crescente di persone che in tutto il mondo vivono e lavorano online. “Il settore dei data center è tra quelli che consumano più energia al mondo”, dice Stefan-Jörg Göbel, vicepresidente del settore dell’eolico e del solare del produttore norvegese di energia Statkraft. “Stanno rimodellando la domanda nell’intero settore”.
Le grandi aziende tecnologiche affermano di avere squadre di esperti che negoziano accordi direttamente con i fornitori di energia. Gruppi come Amazon spesso inondano il paese in cui operano di richieste di progetti energetici. “Ci presentiamo dicendo: ‘Ehi, vogliamo esaminare ogni potenziale progetto in corso di sviluppo nel paese’”. Così Nat Sahlstrom, responsabile dell’energia per Amazon Web Services, ha descritto il lavoro della sua squadra incaricata di concludere accordi per la fornitura di energia elettrica.
Investimenti iniziali
I fornitori di energia eolica o solare affermano che la richiesta del settore tecnologico ha stimolato anche altre aziende a stipulare accordi di fornitura. Dal momento che questi progetti richiedono forti investimenti iniziali che in genere garantiscono un ritorno solo dopo anni, le banche spesso non li finanziano o lo fanno a condizioni poco favorevoli, a meno che i progetti non abbiano già un acquirente per gran parte o per il totale della produzione.
In Spagna, dove Amazon si è impegnata a comprare l’energia elettrica di cinque impianti eolici, altre aziende tecnologiche sono a caccia di nuovi accordi. “Stiamo parlando con tutti”, dice Martin Scharrer, che conduce trattative per conto del produttore di energia elettrica Encavis e ha fatto un accordo con Amazon per un impianto solare vicino a Siviglia, in Spagna.
Facebook ha dichiarato che nel 2020 ha comprato una quantità di energia elettrica da fonti rinnovabili sufficiente a coprire le sue operazioni globali, compresi i data center. Il social network, tuttavia, ha firmato altri accordi perché i suoi consumi di energia continuano ad aumentare. Secondo il suo rapporto annuale sulla sostenibilità, l’anno scorso l’uso di energia di Facebook è aumentato del 39 per cento. “Questo dimostra che in realtà sono gli obiettivi scelti autonomamente a muovere il mercato”, afferma Urvi Parekh, responsabile delle energie rinnovabili per Facebook.
La Microsoft ha dichiarato di avere concluso accordi per la fornitura di energia elettrica che la renderanno uno dei principali acquirenti di energia rinnovabile al mondo.
Janous precisa che la Microsoft si concentra sugli obiettivi aziendali condivisi più che sulle classifiche, ma poi aggiunge: “Sappiamo quali sono le classifiche e, fidatevi, ogni volta che ne spunta fuori una nuova lo vengo a sapere”. ◆ gim
Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it
Questo articolo è uscito sul numero 1416 di Internazionale, a pagina 108. Compra questo numero | Abbonati