Marc Benioff, amministratore delegato del colosso tecnologico Salesforce, si presenta come un profeta del capitalismo degli stakeholder (diretti interessati), cioè l’idea che le aziende dovrebbero non solo fare gli interessi degli azionisti, ma tenere conto anche dei lavoratori, dell’ambiente e delle comunità in cui sono attive. In diversi libri e articoli Benioff ha scritto che gli utili non bastano più: le aziende devono fare del bene. Il manager fa parte della Business roundtable, un’associazione di amministratori delegati che l’anno scorso ha promesso di andare oltre l’ossessione per i profitti per occuparsi anche di problemi sociali. Alla fine di agosto, quando la Salesforce ha annunciato un fatturato trimestrale superiore ai cinque miliardi di dollari, Benioff ha cantato vittoria. “È un trionfo per il capitalismo degli stakeholder”, ha detto in un’intervista televisiva. Ma il giorno successivo, in piena pandemia, ha licenziato mille dipendenti.
Il covid-19, la devastazione economica che ha prodotto e il movimento contro l’ingiustizia razziale negli Stati Uniti hanno messo per la prima volta alla prova le nobili parole di chi profetizza una forma più benevola di capitalismo. E secondo uno studio pubblicato il 22 settembre i risultati non sono all’altezza delle promesse. La dichiarazione della Business roundtable è stata propagandata da celebri manager come un punto di svolta nella gestione d’impresa. I suoi firmatari, però, non hanno fatto meglio di altri nel proteggere i diritti e la sicurezza dei dipendenti durante la pandemia o nel promuovere l’uguaglianza razziale e di genere.
Finanziato dalla fondazione Ford, lo studio è stato realizzato dalla Kks Advisors, una società di consulenza aziendale sulle politiche ambientali, e da The test of corporate purpose, un gruppo di ricercatori nato per valutare la risposta delle aziende alla pandemia e al movimento contro le ingiustizie razziali. “Dall’inizio della pandemia”, si legge nello studio, la Business roundtable “non è riuscita a favorire cambiamenti profondi nell’attività aziendale in un momento di grave crisi”. Lo studio solleva dubbi sul fatto che le aziende possano rinunciare a parte dei profitti per proporre soluzioni a sfide come l’emergenza climatica, l’ingiustizia razziale e la disuguaglianza economica.
La Business roundtable presenta la sua iniziativa come la conseguenza delle forti pressioni a cui sono sottoposti i dirigenti aziendali: o proteggono i lavoratori, l’ambiente e gli interessi della comunità o rischiano di essere puniti dal mercato. “Gli interessi di tutti i soggetti coinvolti favoriscono il successo dell’impresa”, ha spiegato Joshua Bolten, il presidente della Business roundtable. Le aziende possono ottenere guadagni immediati tagliando i costi, cioè licenziando o riducendo i benefici dei dipendenti. “Ma sul lungo periodo non farai bene all’azienda se non ti sarai preso cura di tutti gli stakeholder”.
La storia recente del capitalismo statunitense, tuttavia, parla di salari stagnanti per i lavoratori e guadagni straordinari per gli azionisti. Il divario è apparso ancora più netto durante la pandemia: gli azionisti hanno subìto perdite per l’iniziale calo della borsa, ma poi si sono ripresi; decine di milioni di lavoratori invece sono rimasti senza lavoro, affollando le mense per i poveri. Per Bolten questo quadro trascura il fatto che durante la pandemia i manager della Business roundtable hanno aiutato i dipendenti, fornendo l’assistenza per la cura dei bambini, garantendo la flessibilità del telelavoro e aumentando l’impegno filantropico. “Ci siamo comportati in modo impeccabile”, ha detto.
Milioni di lavoratori sono rimasti senza lavoro, affollando le mense per i poveri
Lo studio, però, sostiene il contrario. I ricercatori hanno studiato le ottocento aziende principali quotate a Wall street e a Londra, anche se poi si sono concentrati sulle 619 per cui erano disponibili almeno tre anni di dati. Hanno analizzato pubblicazioni commerciali, articoli e altre fonti del mondo imprenditoriale per valutare se le aziende hanno agito in conformità con il Sustainability accounting standards board, un’organizzazione non profit che promuove gli standard aziendali sulle questioni sociali e ambientali. L’analisi si concentra sul comportamento di queste aziende tra giugno e luglio, considerando una serie di indicatori rilevanti per la pandemia, come la sicurezza sul lavoro, e per l’inclusività razziale, come il tasso di diversità nei consigli d’amministrazione. Nel rapporto si legge che pochissimi manager della Business roundtable hanno proposto i princìpi del Sustainability accounting standards board ai loro consigli d’amministrazione, dimostrando che il loro era solo un impegno di facciata. La banca Wells Fargo, per esempio, ha rifiutato una proposta dei suoi azionisti che cercava di rendere concreto l’impegno della Business roundtable trasformando l’istituto in una benefit corporation, una struttura giuridica che le avrebbe permesso di dare la priorità a questioni diverse dal profitto. Una portavoce dell’azienda ha detto che la banca ha risposto alla crisi trasformando le filiali in banchi alimentari e rinviando i pagamenti dei prestiti.
Il caso di Amazon
Il rapporto dedica un’attenzione particolare ad Amazon. Il suo fondatore e amministratore delegato, Jeff Bezos, ha aderito alla Business roundtable, però il colosso del commercio online è un esempio evidente di azienda che ha realizzato grandi profitti con la pandemia, ma non ha fatto abbastanza per proteggere i lavoratori. A marzo Christian Smalls, un dipendente di un magazzino Amazon di New York, è stato licenziato dopo aver guidato una protesta contro la mancata fornitura di dispositivi di protezione individuale. Amazon ha motivato il licenziamento dichiarando che il dipendente aveva violato le politiche aziendali sulla quarantena. Smalls afferma di essere stato messo in quarantena solo dopo aver chiesto all’azienda di garantire ai dipendenti il congedo retribuito per malattia. L’azienda sostiene di aver investito più di 800 milioni di dollari nel miglioramento dei protocolli di sicurezza.
Lo studio non dice in che misura i manager della Business roundtable hanno continuato a pagare dividendi agli azionisti mentre licenziavano i lavoratori, ma alcuni di loro hanno fatto proprio questo. Arne Sorenson, presidente e amministratore delegato della Marriott International, la più grande catena alberghiera del mondo, a marzo ha licenziato decine di migliaia di dipendenti, affermando che la scelta era obbligata dal crollo del settore. Meno di due settimane dopo, la Marriott ha pagato 160 milioni di dollari di dividendi agli azionisti. Una portavoce dell’azienda ha precisato che in seguito il pagamento è stato sospeso.
Il rapporto fa anche alcuni esempi di aziende che hanno ottenuto buoni risultati. Il produttore statunitense di dispositivi medici Baxter International, l’azienda informatica tedesca Sap e la compagnia assicurativa britannica Willis Towers Watson hanno fatto progressi nell’inclusione razziale. Il rapporto elogia anche la BlackRock, il fondo d’investimento più grande del mondo, per aver preso misure tempestive contro il covid-19. L’azienda ha donato 50 milioni di dollari per la gestione dell’emergenza, inclusa la consegna di attrezzature mediche indispensabili agli ospedali. Inoltre l’amministratore delegato della BlackRock, Laurence D. Fink, ha svolto un ruolo importante nell’indirizzare gli investimenti verso aziende che cercano di frenare il cambiamento climatico.
Ma nessuno ha abbracciato i princìpi del capitalismo degli stakeholder con più fervore di Benioff. Da quando è stato fondata nel 1999, la Salesforce ha donato l’1 per cento del suo capitale, dei suoi prodotti e del tempo dei suoi dipendenti al volontariato, ai ricoveri per senzatetto e alle organizzazioni che aiutano i rifugiati. Centinaia di milioni di dollari sono stati destinati a scuole e ospedali. Nel complesso, l’azienda ha ottenuto risultati molto migliori della media nel rispondere alla pandemia e alle richieste di giustizia razziale, afferma lo studio.
Quei princìpi non sono compromessi, dice Benioff, anche se, un giorno dopo aver festeggiato la crescita dei profitti ed essersi impegnato a non licenziare nessuno per tre mesi, ha deciso di mandare a casa mille lavoratori. La Salesforce sta continuando ad assumere in altri settori dell’azienda, ha detto. Alcuni dipendenti saranno assunti nuovamente in altri dipartimenti. “Dobbiamo essere in grado di crescere e di trasformarci o non potremo raggiungere il nostro obiettivo: diventare un’azienda più grande e di maggior successo per i nostri clienti, i nostri azionisti e sì, anche per i nostri stakeholder”, ha detto Benioff. Secondo lui la missione della Business roundtable va intesa come un progetto a lungo termine. “Negli ultimi vent’anni ho visto un profondo cambiamento nel comportamento degli amministratori delegati. Non ho mai parlato di rivoluzione, ma di miglioramento”. ◆ nv
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Questo articolo è uscito sul numero 1381 di Internazionale, a pagina 98. Compra questo numero | Abbonati