La staffetta della torcia olimpica che dal 1936 inaugura i giochi è partita il 25 marzo da Fukushima, in Giappone, in ritardo di un anno a causa della pandemia. Qualche giorno prima il primo ministro Yoshihide Suga aveva dichiarato che le Olimpiadi si terranno quest’estate e saranno “una dimostrazione della vittoria dell’umanità sul nuovo coronavirus”, anche se non ci sono segnali del fatto che il Giappone, e meno che mai il resto del mondo, sia in procinto di sconfiggere il virus.
Contro la pandemia il Giappone se l’è cavata meglio degli Stati Uniti e di molti paesi europei, con circa 500mila contagi e 9.400 morti su una popolazione di circa 126 milioni di persone. I contagi però stanno salendo e la campagna vaccinale procede molto a rilento. Dopo la somministrazione al personale ospedaliero in prima linea nella lotta al covid-19, le dosi alla popolazione sono state inoculate solo dal 12 aprile. È praticamente impossibile che i giapponesi siano vaccinati in massa entro l’ipotetico inizio delle Olimpiadi alla fine di luglio.
Il 20 marzo Tokyo ha annunciato che a causa della pandemia saranno esclusi gli spettatori provenienti dall’estero. Una decisione che sembrerebbe andare in parte incontro all’opinione pubblica: in un sondaggio dell’inizio di marzo, infatti, il 77 per cento degli intervistati era contrario all’ingresso di spettatori stranieri. E solo il 9 per cento era convinto che i giochi dovevano svolgersi come previsto. Secondo un sondaggio dell’agenzia di stampa Kyodo di metà aprile, il 72 per cento della popolazione pensa che le Olimpiadi dovrebbero essere cancellate o posticipate.
Allora perché il Giappone sta andando avanti con l’organizzazione dell’evento, nonostante l’opinione pubblica sia contraria e la pandemia sia ancora un enorme problema di salute pubblica? La risposta non è nuova: collusione tra le élite.
Suga terminerà il suo mandato da presidente del Partito liberaldemocratico (Pld), al governo, a settembre ed entro la fine di ottobre dovranno essere convocate le elezioni legislative. Suga a quanto pare spera negli effetti positivi di una copertura favorevole dei mezzi d’informazione nel periodo delle Olimpiadi per rinvigorire la sua popolarità in declino. Nel 2020 ha ereditato dal suo predecessore Shinzō Abe una carica macchiato da molti scandali, ai quali ne ha aggiunti di nuovi. Suga era stato l’“esecutore in capo” di Abe, in parte grazie al controllo che esercitava sui mezzi d’informazione. È stato ministro dell’interno e delle comunicazioni nel primo governo Abe (2006-2007) e segretario di gabinetto e portavoce nel secondo (2012-2020). Nell’ultimo periodo il Giappone è passato dalla 22° alla 66° posizione nell’indice mondiale della libertà di stampa compilato da Reporter senza frontiere.
Suga è una figura dominante nel triangolo di ferro della politica giapponese: il Partito liberaldemocratico, il ministero dell’interno e delle comunicazioni e il settore dell’informazione. E oggi l’opinione di questo blocco di potere è che lo spettacolo delle Olimpiadi debba andare avanti a tutti i costi, con o senza spettatori stranieri.
◆ Il 13 aprile 2021 a Osaka i contagi hanno superato per la prima volta quota mille. Il giorno prima era cominciata la somministrazione dei vaccini alla popolazione. Secondo il responsabile della campagna d’immunizzazione, Taro Kono, le vaccinazioni procederanno a un buon ritmo solo a partire da maggio. “Le ‘Olimpiadi zombi’, tenute in vita solo dalla volontà del governo, costeranno care al Giappone in termini di soft power”, scrive l’Asia Nikkei. “I posteri si chiederanno come sia stato possibile che un governo abbia ritenuto saggio accogliere nel paese 80mila persone tra atleti, allenatori, staff, giornalisti, operatori e altri funzionari provenienti da duecento paesi mentre la campagna vaccinale era solo all’inizio. E perché il Partito liberaldemocratico, al governo, abbia deciso di mettere i suoi interessi davanti al bene globale”. I Giochi cominceranno il 23 luglio 2021.
Pensiamo alla Dentsu, la più grande agenzia pubblicitaria e di pubbliche relazioni del Giappone nonché agenzia di marketing esclusiva per i giochi di Tokyo 2020. Shun Sakurai, ex viceministro dell’interno, è vicepresidente esecutivo e direttore generale dell’azienda. Il passaggio, dopo la pensione, da una posizione di alto profilo in un ministero a un ruolo in un’azienda regolamentata da quello stesso ministero è chiamato amakudari, o discesa dal paradiso. La Dentsu è strettamente legata al Pld. Secondo un’analisi dei dati sull’uso dei finanziamenti pubblici ai partiti, tra il 2000 e il 2018 il Pld ha versato alla Dentsu cento milioni di dollari. L’azienda in cambio ha elargito grandi donazioni per la campagna elettorale del partito. La Dentsu è stata inoltre coinvolta in uno scandalo su un contratto poco trasparente per gestire la distribuzione di un pacchetto di aiuti governativi per il covid da venti miliardi di dollari.
Record di sponsorizzazioni
Il coinvolgimento dell’azienda nelle Olimpiadi giapponesi è profondo e problematico. Il comitato promotore di Tokyo 2020 ha pagato a un ex dirigente della Dentsu più di otto milioni di dollari, e secondo i pubblici ministeri francesi l’uomo li ha usati per corrompere i membri del Comitato olimpico internazionale (Cio). La Dentsu è anche partner del Cio per il marketing: questo potrebbe rappresentare una violazione delle regole del comitato sul conflitto d’interesse.
Tokyo 2020 sarà l’evento più sponsorizzato della storia delle Olimpiadi. Grazie alla Dentsu, infatti, ha raccolto 3,1 miliardi di dollari dalle aziende giapponesi. Tra gli sponsor interni ci sono le cinque testate giornalistiche nazionali: Asahi, Yomiuri, Mainichi, Nikkei e Sankei. Ognuna dispone di emittenti affiliate in modo diretto o attraverso intermediari. Queste reti sono regolate dal ministero dell’interno e dipendono dalla Dentsu per la vendita degli spazi pubblicitari più appetibili.
La pandemia potrebbe comunque far saltare i giochi. Gli atleti e le celebrità hanno rinunciato alla staffetta olimpica per paura dei contagi e le squadre di alcuni paesi, oltre a quella della Corea del Nord, potrebbero ritirarsi dalla competizione. Ma se le Olimpiadi si terranno, sarà in virtù di una radicata collusione tra le élite politiche e dei mezzi d’informazione e sarà la dimostrazione del loro successo nel tentare di influenzare l’opinione pubblica in tempo per le prossime elezioni. ◆ gim
Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it
Questo articolo è uscito sul numero 1405 di Internazionale, a pagina 28. Compra questo numero | Abbonati