In seconda elementare avevo una maestra che ci raddrizzava la schiena a colpi di righello tra le scapole. Di sicuro era un metodo discutibile, ma su una cosa aveva ragione: la postura è importante. Oltre a questioni puramente estetiche, un portamento eretto e bilanciato facilita i movimenti. E forse in pochi sanno che è essenziale anche per la circolazione, la respirazione, la digestione e il buon funzionamento della vescica. Ricerche recenti hanno dimostrato che può incidere anche sulle capacità cognitive e l’umore.
Inoltre, mantenere una posizione che non comprima o sforzi i tessuti aiuta ad avere una buona forma fisica anche da vecchi. Essere ingobbiti non è una conseguenza inevitabile dell’età che avanza. “Ci sono molte persone che hanno superato i novant’anni e conservano un’ottima postura”, dice Deborah Kado, esperta di geriatria all’università di Stanford. La differenza è che questi anziani ci fanno attenzione. Provate a sedervi in un bar e osservare i passanti: noterete una grande abbondanza di teste incassate, spalle curve e bacini in avanti.
Migliorare la postura è importante a tutte le età, ma prima si comincia meglio è. Diversamente da quanto si crede, non significa soltanto rinforzare il tronco. Le ballerine, che si allenano tantissimo per mantenere un portamento eretto ed elegante, possono confermarlo: “Per essere ben allineate non basta un baricentro forte”, spiega Shelly Power, ex ballerina e direttrice del Philadelphia ballet.
Il primo passo è riconoscere il modo in cui ci posizioniamo nello spazio. “Più siamo consapevoli della nostra postura e più possiamo correggerla”, spiega Jennifer Danzo, fisioterapista e preparatrice atletica della Cleveland clinic. Secondo Power le ballerine sono molto consapevoli perché passano le giornate circondate da specchi. Alla fine stare dritte diventa un’abitudine che mantengono anche quando non si esercitano e anni dopo essersi ritirate dalla danza.
La tecnica Alexander, che si basa sulla consapevolezza del proprio corpo per migliorare postura e funzioni fisiche, suggerisce di mettere degli specchi in diversi angoli della casa e al lavoro. In questo modo sapremo meglio come ci muoviamo o stiamo seduti e saremo in grado d’identificare elementi che non ci aiutano ergonomicamente, come un divano troppo morbido o un piano di lavoro troppo basso che ci fa stare ingobbiti mentre cuciniamo.
Danzo consiglia di chiedere ad amici, familiari, colleghi e compagni di palestra di farci foto e video da varie angolazioni. Potrebbe essere un po’ sgradevole, ma osservarsi a 360 gradi è estremamente utile. Le nostre irregolarità si manifestano in tre dimensioni, dunque può capitare che davanti allo specchio ci vediamo perfettamente allineati ma da una prospettiva laterale o posteriore non lo siamo affatto. Per esempio, possiamo renderci conto di tenere il bacino all’indietro, oppure notare che una scapola è più alta dell’altra.
Secondo Laurie Johnson, fisioterapista di Houston, un ottimo modo per autovalutarsi è stare in piedi appoggiando testa, spalle e natiche al muro. A quel punto dovremmo accorgerci che anche i talloni sono a contatto con la parete, o a pochi centimetri di distanza. “Il muro è nostro amico, ci fa capire cosa significa essere allineati”, spiega Johnson. Può essere una posizione scomoda, ma provare a tenerla due o tre volte al giorno, immaginando una corda che ci tira dall’alto, ci permette di rieducare pian piano il corpo.
Stretching e autostima
È importante sapere che la nostra testa pesa più o meno quanto una palla da bowling. Anche in posizione eretta e neutra, esercita una pressione di circa cinque chili sulla colonna vertebrale. Un’inclinazione in avanti di 15 gradi può aumentare la pressione fino a 12 chili, mentre con un’inclinazione di 45 gradi, l’angolazione con cui la maggior parte delle persone guarda il telefono, la pressione arriva a 22 chili. “Per questo le ballerine imparano a non guardare il pavimento”, spiega Power. “Se lo fai, la testa si piega e non sei più in equilibrio”. Per lo stesso motivo dovremmo usare i poggiatesta in macchina, in aereo e al cinema, in modo da mantenere una corretta distribuzione del peso anche da seduti.
Alcune ricerche suggeriscono che lo stretching dinamico, che allunga e tonifica i muscoli durante il movimento (come il tai chi) può essere più efficace rispetto a quello statico, in cui i muscoli vengono allungati assumendo determinate posizioni (come nello yoga).
Il nostro portamento è anche conseguenza di come stiamo psicologicamente. Johnson sostiene di poter migliorare la postura delle persone dicendogli di camminare come se dovessero sfidare il loro capo o come un supereroe della Marvel.
Un’analisi del 2023 ha rivelato che c’è un legame importante tra la depressione e lo stare incurvati. Un altro studio che ha coinvolto un gruppo di volontari ha mostrato che quelli con più autostima erano capaci di mantenere una buona postura anche in situazioni di stress. Oggi si ritiene che una postura corretta possa migliorare la vitalità, la capacità di provare piacere, le prestazioni cognitive e il ritmo nel parlare, e che combatta il senso di isolamento.
Lo psicoterapeuta tedesco Benjamin Pelz ha pubblicato sul Journal of Psychology and Neuroscience un articolo che esamina gli effetti positivi della postura sugli atleti: “Non importa da dove vieni o che lingua parli. Il linguaggio del corpo è universale”, spiega Pelz. “Una postura eretta è segno di competenza e sicurezza”. Non significa che sia solo una questione di atteggiamento: le irregolarità strutturali e le malattie degenerative possono intaccare la statura di una persona, e lo stesso vale per l’umore. È per questo che conviene rivolgersi a un fisioterapista prima che il disallineamento provochi dolore o danni.
Danzo dice che non è mai troppo tardi: “Si può sempre migliorare”. I fisioterapisti possono eseguire dei test per elaborare una terapia personalizzata. E, se dopo aver corretto la postura, avete paura di riprendere le vecchie abitudini, potete affidarvi a una delle tante applicazioni che vi ricorderanno di stare dritti a intervalli regolari e useranno sensori di movimento per segnalarvi quando vi state incurvando. Più o meno la versione tecnologica del righello della mia maestra di seconda elementare. ◆ as
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Questo articolo è uscito sul numero 1618 di Internazionale, a pagina 115. Compra questo numero | Abbonati