Moni Nilsson e Anna Fiske inventano un personaggio indimenticabile, una nonna tutta sprint, un po’ matta e molto giocherellona. La nonna si chiama Marta, ma in famiglia la chiamano tutti Nonnamatta. Ma perché si è meritata questo soprannome? Basta vedere la copertina del libro: ama i vestiti sgargianti, gli stivali da cavallerizza, gli occhiali tondi tondi che fanno tendenza e ha un sorriso smagliante, anche se le mancano dei denti. Non si vergogna di niente. È molto naturale. Ogni lunedì deve badare a Tarzan, non l’eroe della giungla, ma suo nipote. E questo per lei non vuol dire solo dargli un’occhiata mentre disegna o guarda la televisione, ma inventare per lui un mondo di avventure. Lo fa con una scatola magica dove c’è tutto quello che serve per un travestimento perfetto: lente d’ingrandimento, parrucche, occhiali da sole. Perché? Be’, perché si devono trasformare in investigatori privati. In fondo nella vita c’è sempre qualcosa da indagare, scavare. E loro scavano, scavano. Mamma mia quante avventure. È proprio bello avere una nonna come Marta! Nilsson e Fiske, con ironia, leggerezza e un po’ di mistero, s’inventano una storia che spiega il grande rapporto che c’è tra una nonna e suo nipote.

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Questo articolo è uscito sul numero 1611 di Internazionale, a pagina 80. Compra questo numero | Abbonati