Per secoli il mare è stato visto come una frontiera, una minaccia o un luogo di riposo. Ma oggi, grazie alla scienza, è considerato anche uno spazio di esercizio e rinnovamento. Non è un caso che molte persone si sentano libere in spiaggia. L’acqua salata, l’orizzonte aperto, il viavai delle onde e tutto il resto dell’ambiente marino sembrano favorire un modo diverso di stare al mondo. E se a questo si aggiunge il movimento, il corpo in azione, i benefici si moltiplicano.
Le prove scientifiche dimostrano che praticare attività fisica in un ambiente marino naturale – quello che alcuni ricercatori chiamano “esercizio azzurro” – può avere effetti profondi e positivi sulla salute fisica, mentale ed emotiva. La buona notizia è che per ottenere questi benefici non c’è bisogno di essere atleti di alto livello né di vivere davanti all’oceano. In un’epoca in cui lo stress, l’ansia e la sconnessione dalla natura fanno parte della nostra quotidianità, gli scienziati si chiedono se la risposta possa essere in qualcosa di molto semplice, come pagaiare in un kayak, fare surf o immergersi nell’acqua salata.
Il termine “esercizio azzurro” si riferisce a qualsiasi attività fisica praticata in contesti acquatici naturali, come nuotare in mare o anche limitarsi a camminare lungo la costa. A rendere speciali queste attività non è solo lo sforzo fisico, ma la combinazione tra movimento, aria aperta e acqua, che genera una serie di effetti psicologici e fisiologici ulteriori rispetto a quelli ottenuti con lo sport in ambienti urbani o in spazi chiusi. Diversi studi dimostrano che il mare non solo invita al movimento, ma riduce lo stress, migliora lo stato d’animo, rafforza la motivazione e favorisce la serenità.
L’esercizio azzurro non è riservato agli atleti e agli appassionati di sport estremi. Al contrario, i suoi benefici sono rilevanti soprattutto per le persone che hanno uno stile di vita sedentario o alti livelli di stress.
Più nel concreto, dal punto di vista psicologico fare esercizio in un ambiente acquatico aiuta a staccare e a mettere da parte le tensioni quotidiane. Molti riferiscono di sentirsi “fuori del mondo” e in uno stato di calma mentale. Un altro aspetto rilevante è la connessione con la natura, perché la vicinanza all’acqua, suscitando una sensazione di unità con l’ambiente e di piena presenza, genera spontaneamente attenzione.
Sul piano fisico i benefici dipendono dal tipo di attività, ma in generale è stato dimostrato che l’esercizio in mare migliora le condizioni del sistema cardiovascolare, stimola i grandi gruppi muscolari, favorisce l’equilibrio e ha un basso impatto sulle articolazioni.
Uno studio ha rilevato che sport come il kayak, lo snorkeling o il nuoto in ambienti marini protetti hanno un impatto positivo sulla salute generale. Chi si dedica a queste attività riferisce miglioramenti nello stato fisico e una significativa riduzione dello stress e dell’ansia. E il semplice fatto di stare a contatto con la natura potenzia questi effetti. Il mare non è solo un ambiente in cui muoversi, è anche un alleato emotivo.
Onde e vento
Nei contesti marini, grazie all’energia delle onde e del vento, esistono diverse possibilità per praticare sport usando solo le proprie forze. Lungo le coste capita spesso di vedere persone che praticano surf, vela, kitesurf o wing foil. I loro benefici sono simili, ma è fondamentale usare la giusta attrezzatura, come caschi, salvagenti, tagliafili, e indossare indumenti per sport acquatici, soprattutto se ci sono scogliere nelle vicinanze o si è in acque tropicali, dove le ferite aperte possono facilmente infettarsi.
È altrettanto importante cominciare a praticare questi sport sotto la guida di professionisti specializzati, perché ci si può far male agli arti inferiori, alla testa e al collo, soprattutto se si eseguono manovre complesse. Comunque sia, in un’epoca in cui la vita sembra accelerare senza sosta, la possibilità di connettersi con il mare e il vento ha reso molto popolari queste attività.
Inoltre, chi fa sport acquatici regolarmente o al livello professionale ottiene benefici psicologici peculiari. Questi atleti di solito hanno un elevato livello di autocontrollo, una forte motivazione interiore e una solida tendenza all’apprendimento. Non è casuale: il mare è un ambiente imprevedibile che richiede pazienza, attenzione costante, e la capacità di saper leggere il contesto e di prendere decisioni rapidamente. Non servono solo la forza o la tecnica, ma è indispensabile coltivare la flessibilità mentale, la concentrazione e l’autocontrollo emotivo. Per questo esercitarsi in mare, oltre a migliorare le prestazioni, contribuisce a plasmare attitudini positive e a rafforzare il carattere.
I benefici del mare non si limitano all’ozio e all’allenamento, poiché è stato dimostrato che può essere anche uno strumento terapeutico di grande impatto. Per esempio si è visto che il surf, adattato alle caratteristiche specifiche di persone con lesioni cerebrali, può essere una buona scelta per ottenere un miglioramento olistico. Alcuni programmi di insegnamento del surf, sotto la supervisione di professionisti e focalizzati sulle caratteristiche cognitive e fisiche individuali, hanno prodotto risultati notevoli, come il miglioramento dell’umore e l’aumento dell’autostima, generando anche una sensazione di autonomia e di riscoperta del proprio corpo.
La dimensione pubblica del mare contribuisce inoltre al senso di appartenenza e coesione sociale, facendolo funzionare come un ambiente terapeutico non tradizionale, che può affiancare altri trattamenti.
L’esercizio azzurro non è una moda, ma una strategia di benessere con una solida base scientifica. In un mondo sempre più urbanizzato e stressato, riconnettersi con l’acqua e la natura può rivelarsi molto efficace per recuperare salute, vitalità e appagamento. Così lo sport, il mare e la scienza si uniscono per ricordarci qualcosa di essenziale: prenderci cura dell’oceano significa anche prenderci cura di noi stessi. ◆ as
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Questo articolo è uscito sul numero 1623 di Internazionale, a pagina 131. Compra questo numero | Abbonati