© 2021 Andrea Ferraris – © 2021 Giulio Einaudi editore

Il nuovo libro di Andrea Ferraris, autore Disney, che sui temi dell’altro o del migrante ha realizzato tre graphic novel di alto livello per Coconino e Oblomov, emoziona in modo profondo. È il racconto autobiografico della profonda infelicità di una coppia che non può avere figli, e della scelta di adottare una bambina, che si concretizza con un viaggio in India per andarla a prendere. Ma è soprattutto il racconto dell’intensità e della fragilità del mondo dell’infanzia, di come il trauma sia dietro l’angolo. Ferraris lavora per la prima volta sul colore e regala visioni immaginifiche, forti e leggere, dirette e metaforiche, quando disegna sia i luoghi del reale sia quelli mentali. Con un notevole senso delle atmosfere, riesce a creare un universo da una memoria del reale. Arrivare a comunicare con i bambini equivale qui alla comunicazione tra popoli diversi. E togliere il ronzio del titolo dall’orecchio di tutti significa far volare i cuori verso l’altro seguendo la più libera immaginazione infantile. Abbas Kiarostami, il maestro del cinema iraniano che per molto tempo ha messo i bambini al centro del suo cinema, afferma che l’essere umano all’inizio è subito farfalla, ma poi diventa bruco. Perché, ulteriore exploit, il racconto di Ferraris è anche un racconto di formazione alla rovescia: è il mondo-bambino o, meglio ancora,
lo sguardo-farfalla dell’infanzia a ridefinire il mondo e le sue regole.

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Questo articolo è uscito sul numero 1412 di Internazionale, a pagina 94. Compra questo numero | Abbonati