Mentre gran parte del mondo trascorreva il 2020 facendo i conti con lockdown di varia intensità, lo scrittore italiano Antonio Dikele Distefano, 28 anni, ha vissuto l’anno più frenetico della sua vita. Oltre a lavorare al suo sesto romanzo e intervistare italiani provenienti da vari contesti etnoculturali per un programma tv, Dikele Distefano ha lavorato per mesi sul set di Zero, la serie prodotta da Netflix tratta da uno dei suoi romanzi.

È la prima volta che Dikele Distefano si cimenta nella sceneggiatura di una serie tv. Finora era conosciuto soprattutto per i suoi libri, molto apprezzati, romanzi di formazione incentrati su temi classici come l’amicizia, i patimenti sentimentali e l’incertezza sul futuro. Ma il lavoro di questo autore, figlio di una coppia originaria dell’Angola, si basa anche sulle sue esperienze personali di ragazzo italiano nero.

Zero (il titolo si riferisce al soprannome del personaggio principale) è la prima serie italiana con un cast composto soprattutto da attori neri.

Eddie Murphy e lo ius soli

Dikele Distefano spera che questo fatto non monopolizzi il dibattito sulla serie, e cita Il principe cerca moglie, la commedia di John Landis del 1988 con Eddie Murphy: “Il film è così piacevole che non fai nemmeno caso al fatto che gli attori sono tutti neri”, spiega. “Se fosse così, per me sarebbe una vittoria”.

Anche nei suoi romanzi Dikele Distefano adotta un approccio simile, raccontando le vite dei giovani figli d’immigrati che non vengono considerati cittadini italiani anche se sono nati in Italia, parlano perfettamente italiano e condividono i riferimenti culturali dei loro coetanei: questi ragazzi possono chiedere la cittadinanza solo dopo aver compiuto 18 anni.

Dikele Distefano spiega che il desiderio di cambiare la società è l’elemento che più di ogni altro lo ha motivato nel suo lavoro, compresa “l’idea che in futuro i miei nipoti possano dire ‘mi sento italiano’”. Finora i tentativi di modificare la legge garantendo la cittadinanza a chiunque nasca in Italia non hanno fatto molta strada in parlamento.

Lo stile immediato ed emotivamente aperto di Dikele Distefano ha entusiasmato i lettori dei suoi romanzi, che sono plasmati dalla sua storia personale, ma si ricollegano a verità emotive universali. “Spesso si dice che abbiamo bisogno di belle storie. Ma io sono sempre attitrato dalle storie reali”, sottolinea. “Non riuscirei a raccontare qualcosa che non ho vissuto o non mi appartiene”.

Sono stati il suo “linguaggio chiaro” e la sua “voce autentica” ad attirare l’attenzione di Netflix, spiega Ilaria Castiglioni, referente per l’azienda delle serie originali italiane. “Siamo entusiasti della naturalezza con cui narra le sue esperienze”. Netflix, spiega Castiglioni, sentiva la necessità di rappresentare in modo più adeguato il cambiamento nella società italiana. “Per noi un tema molto importante è la rappresentazione, la creazione di empatia. Vogliamo che più persone possibili si riconoscano in ciò che vedono sullo schermo”.

Antonio Dikele Distefano (Alessandro Grassani, The Ne​w York Times/Contrasto)

Al contempo Castiglioni precisa che Zero non tratta esplicitamente dei problemi e delle discriminazioni a cui sono soggetti gli italiani neri: “Il nostro obiettivo è creare intrattenimento, e se questo alimenta un dibattito tanto meglio. Ma è un aspetto che lasciamo al pubblico”.

Zero esplora l’invisibilità metaforica percepita da molti ragazzi davanti a un futuro incerto. Nel caso di Omar, il protagonista interpretato da Giuseppe Dave Seke, la metafora diventa letterale. Omar, infatti, è in grado di diventare invisibile. Nel tentativo di salvare il quartiere da un gruppo di avidi investitori immobiliari, il timido fattorino diventa un super­eroe della comunità, unendosi a un gruppo di ragazzi dotati ognuno di abilità particolari.

Secondo Angelica Pesarini, professoressa della New York university di Firenze che studia le problematiche legate a etnia, genere, identità e cittadinanza in Italia, “il fatto che il personaggio principale sia un nero è già di per sé rivoluzionario nel panorama italiano”.

Anche se il razzismo impera nel paese, gli italiani faticano ad ammetterlo, sottolinea Pesarini. “Sui canali nazionali assistiamo a manifestazioni di razzismo inimmaginabili negli Stati Uniti”.

Razzismo in onda

“Penso a tutti i ragazzi italiani neri che vedono programmi in cui hanno sentito la parola ‘negro’ riferita a loro”, racconta Pesarini. “Io che sono un’adulta percepisco la violenza di quell’espressione. Non voglio immaginare i danni che può arrecare agli adolescenti non bianchi di questo paese”.

Pesarini ha origini africane ed è tra i creatori della campagna #cambieRai. Il gruppo ha inviato una lettera alla Rai “per spiegare perché siamo sconvolti, stanchi e frustrati” per il modo in cui i neri sono rappresentati nella tv italiana. Finora gli attivisti non hanno ricevuto alcuna risposta dall’azienda.

La pandemia di covid-19 ha fatto perdere un anno intero alla produzione di Zero. Quando in Italia è cominciato il lock­down, all’inizio di marzo del 2020, il cast e Dikele Distefano hanno deciso di restare in un albergo a Roma. Questo gli ha permesso di sviluppare un’intesa che emerge chiaramente nelle loro interazioni sullo schermo.

“Siamo diventati grandi amici, ci sentiamo ancora ogni giorno”, racconta l’autore, che comunque spera di non dover ripetere l’esperienza di lavorare con le restrizioni imposte dalla pandemia. “Mi piacerebbe lavorare in modo più rilassato”, spiega ridendo.

Zero ha anche una colonna sonora selezionata con cura. Le prime incursioni di Dikele Distefano nella letteratura sono arrivate grazie alla sua passione per la musica. Quando era un adolescente registrava canzoni rap con lo pseudonimo di Nashy, e nel 2016 ha fondato Esse Magazine, una pubblicazione digitale sulla musica e la cultura urbane in Italia. “Il rap è stato una scuola, mi ha dato la possibilità di esprimere quello che sentivo in quattro quarti”.

Una volta scoperti i libri, ha abbandonato il rap. “Ma senza la musica non sarei mai diventato uno scrittore”.

Antonio Dikele Distefano ha scritto la sceneggiatura di Zero insieme a Carolina Cavalli, Lisandro Monaco, Massimo Vavassori e Stefano Voltaggio. I primi otto episodi si concludono con un finale in sospeso che lascia la porta aperta a una seconda stagione. Ilaria Castiglioni chiarisce che Netflix non ha ancora preso una decisione in proposito. “Per il momento siamo concentrati su questa stagione”, spiega. “Vediamo come va, poi penseremo al futuro”. ◆ as

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Questo articolo è uscito sul numero 1408 di Internazionale, a pagina 83. Compra questo numero | Abbonati