Bolivia Deysi Ucieda (Andrés Rodríguez)
Bolivia Deysi Ucieda

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eysi Ucieda lavora da due anni come docente e interprete per gli studenti sordi. Ci sono pochi professori specializzati in questo settore: “Ci vogliono molta vocazione e spirito di servizio, e io credo di averli”, dice. Segue tre studenti sordi della scuola secondaria Guadalupano de Punata, un comune rurale vicino a Cochabamba.

Quando la Bolivia ha chiuso le scuole all’inizio di marzo del 2020, Ucieda ha capito che i suoi alunni sordi avevano bisogno di aiuto. Così ha creato un’aula virtuale su Zoom e gli ha insegnato a usare la piattaforma con un tutorial. Doveva rendere le lezioni accessibili anche per loro, nonostante i problemi di connessione tipici delle zone rurali. Così ha comprato delle ore di internet, pagando l’equivalente di 25 centesimi di euro per ogni ora, per fare lezione di matematica e di lingua tre volte alla settimana.

Un sogno

Ucieda usa risorse didattiche come canzoni, immagini e video presi da YouTube, e ha creato un linguaggio speciale con gli studenti per seguire alcune lezioni. Infatti per certe materie non ci sono molti segni disponibili. “Loro inventano i segni e poi li condividiamo. Non è ufficiale, ma ci capiamo”, spiega. Ucieda ha un volto molto espressivo quando usa la lingua dei segni. Chi comunica attraverso questo linguaggio osserva con attenzione le espressioni dell’interprete: quanto più sono accentuate, più grave o serio è l’argomento.

Per insegnare online Ucieda usa il telefonino e un bastone per i selfie. Oppure chiede al marito di filmarla. Mentre parla sorride perché, dice, gli studenti sordi le danno la motivazione per crescere anche come insegnante: “Il mio sogno è che finiscano le scuole superiori e vadano all’università. Amo quello che faccio, perché ogni giorno imparo il doppio di quello che insegno”, afferma. ◆ fr

Venezuela Iris Pellicer (DANIEL HERNÁNDEZ)
Venezuela Iris Pellicer

I

ris Pellicer, 56 anni, ha riadattato la sua casa. Per fare lezione e aiutare i bambini con i compiti usa le stanze piene di cianfrusaglie dove prima vivevano le figlie, che sono emigrate in Cile e oggi fanno parte dell’enorme diaspora causata dalla crisi economica e sociale del Venezuela.

Pellicer si è laureata in giurisprudenza durante la pandemia. Restando a casa e avendo imparato sulla sua pelle cosa significa studiare online, ha cominciato a pensare ai bambini e alle bambine della sua comunità di José Félix Ribas de Petare, nella zona est di Caracas, uno dei sobborghi più grandi del Venezuela. “Prima uscivo ogni mattina per andare a lavorare o per studiare, e tornavo la sera”, dice. Ma con illockdown, costretta a casa, ha cominciato a osservare i figli dei vicini che passavano la giornata per strada senza fare niente. “È una grande preoccupazione vedere un bambino per strada in un quartiere come questo”, ammette.
Senza la scuola, il rischio di cadere nella delinquenza era dietro l’angolo. Così Pellicer con una laurea, ma senza essere maestra, ha fondato la Escuelita, la piccola scuola, come la chiamano tutti. A casa sua.

Ha riorganizzato le stanze delle figlie per fare lezione ai bambini e aiutarli nei compiti. Per un anno intero gli studenti del quartiere hanno ricevuto il materiale dai docenti senza avere nessuna interazione con loro per la precarietà delle telecomunicazioni, uno degli abissi da superare per la didattica a distanza in Venezuela. Come libri di testo Pellicer ha riciclato quelli delle figlie.
Accoglie bambine e bambini che fanno anche un’ora di strada a piedi
per raggiungere la sua casa, altri che vengono da famiglie senza un cellulare per ricevere i compiti. Pellicer li aiuta usando un tablet. Una volta lo hanno condiviso in diciotto. Una coppia di professori fa ripetizioni di lingua e matematica. Per pagarli chiede ai genitori un contributo di due dollari a bambino, una somma che dopo i primi mesi di pandemia per alcune famiglie è diventata proibitiva.

Grazie alla risonanza che ha avuto la sua esperienza ha ricevuto delle donazioni: oggi l’Escuelita ha quattordici sedie, un tavolo e una lavagna, e Iris Pellicer sta cercando di ottenere dei finanziamenti per accogliere anche i bambini che non possono pagare.
La storia dell’Escuelita ha ispirato altre iniziative simili a Caracas. Le loro vicende mostrano gli ostacoli che deve affrontare un bambino venezuelano per imparare in un momento come questo. Di fronte all’assenza dello stato, la solidarietà è diventata l’unico sostegno su cui possono contare molte ragazze e molti ragazzi. ◆ fr

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Questo articolo è uscito sul numero 1408 di Internazionale, a pagina 54. Compra questo numero | Abbonati