S ono passati sei anni dalla scomparsa dei 43 studenti della scuola normale rurale di Ayotzinapa, ma ancora non si sa cosa sia successo la notte tra il 26 e il 27 settembre 2014 a Iguala, nello stato di Guerrero, nel sudovest del Messico. Poco prima dell’anniversario, il governo del presidente messicano Andrés Manuel López Obrador (centrosinistra) ha presentato un rapporto sullo stato dell’inchiesta. Un caso come questo, pieno di dolore, non può essere ridotto a qualche cifra, ma è comunque utile fare il bilancio degli ultimi due anni di ricerche.
Dal 2018, quando questo governo è entrato in carica, ottanta persone sono finite in carcere, e sono stati identificati i resti di Christian Alfonso Rodríguez Telumbre, uno degli studenti scomparsi. Tra gli arrestati ci sono componenti del gruppo di trafficanti locali Guerreros unidos, poliziotti federali, agenti del ministero dell’interno ed ex poliziotti. Dieci mandati di arresto sono stati spiccati con l’accusa di tortura.
Il dato più importante
Il ministero per la sicurezza pubblica e la protezione cittadina ha istituito un comitato scientifico per indagare sulla sparizione degli studenti e ha avviato procedimenti amministrativi contro quattordici persone. Di queste, quattro sono state rimosse, tre si sono dimesse, due sono state temporaneamente sospese e altre cinque sono sotto inchiesta. Sono state fatte trenta operazioni di ricerca seguendo le indicazioni di informatori, testimoni, sopravvissuti, denunce anonime e altre fonti. L’unità speciale della procura generale della repubblica ha battuto 217 aree in sei comuni dello stato di Guerrero, per un totale di 171 giorni di lavoro. Su trenta operazioni, 25 hanno dato risultati negativi e in altri cinque casi ci sono stati dei ritrovamenti. A Barranca del Tigre, un comune di Cocula a pochi chilometri da Iguala, sono stati esumati sei cadaveri. A Iguala sono state localizzate fosse comuni con dentro 21 cadaveri. Sei sono stati identificati, ma non sono degli studenti di Ayotzinapa.
Il 20 novembre 2019 sono stati rinvenuti più di un centinaio di frammenti ossei su un terreno nel comune di Cocula. Tre sono stati sottoposti a un’identificazione genetica. Insieme ad altri frammenti rinvenuti nella Barranca del Tigre, i resti sono stati inviati al laboratorio dell’università di Innsbruck, in Austria, per essere analizzati. Il 18 giugno 2020 i ricercatori austriaci hanno notificato alla procura generale del Messico che un frammento osseo rinvenuto a Cocula aveva una corrispondenza genetica con lo studente Christian Alfonso Rodríguez Telumbre. Per l’inchiesta sui ragazzi spariti sono state fatte analisi antropologiche, mediche, odontoiatriche e genetiche su 245 corpi rinvenuti in fosse clandestine tra il 2014 e il 2020. I periti della procura generale hanno identificato i resti di 22 persone, che sono stati restituiti ai familiari delle vittime.
Nel frattempo diecimila registri contenuti nella banca dati della divisione scientifica della polizia federale sono stati trasferiti alla procura generale. Il comitato scientifico ha analizzato i tabulati di 80 milioni di comunicazioni telefoniche avvenute tra il 2014 e il 2018.
Il 26 settembre 2020 sono passati sei anni dalla scomparsa dei 43 studenti di Ayotzinapa. Questo è il dato più importante: sono trascorsi sei anni e gli studenti risultano ancora scomparsi. Le loro famiglie continuano a non sapere perché siano stati portati via e cosa ne sia stato di loro. ◆ fr
Alberto Pradilla _ è un giornalista spagnolo nato a Pamplona nel 1983. Il suo ultimo libro è Caravana: cómo el éxodo centroamericano salió de la clandestinidad _ (Debate 2019).
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Questo articolo è uscito sul numero 1378 di Internazionale, a pagina 28. Compra questo numero | Abbonati