Il 23 novembre gli sloveni hanno impedito con un referendum l’entrata in vigore di una legge che avrebbe legalizzato il suicidio assistito. Contro la norma si è espresso il 53 per cento dei partecipanti al voto, che sono stati il 41 per cento dell’elettorato. Il referendum abrogativo era stato chiesto con una petizione popolare sostenuta dalla chiesa cattolica e dai partiti conservatori. Il quotidiano Delo fa notare che “in Slovenia le elezioni e i referendum sono spesso decisi da una minoranza, che però è ben organizzata. Ed è sempre su posizioni di dest ra”. Dnevnik sottolinea invece la trasformazione della mentalità collettiva del paese e il suo spostamento su posizioni più conservatrici: “Finora l’identità culturale della società slovena è stata prevalentemente progressista o socialdemocratica. Ma questo orientamento non è scolpito nella roccia. E non bisogna ignorare i cambiamenti politici a cui assistiamo all’interno del paese e in tutta l’Europa. Soprattutto in vist a delle prossime elezioni politiche, dove ogni singolo voto sarà importante, perché – come indicano i sondaggi – il risultato sarà molto incerto”.

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Questo articolo è uscito sul numero 1642 di Internazionale, a pagina 24. Compra questo numero | Abbonati