Il romanzo d’esordio di Camilla Barnes (la nipote del più celebre Julian) s’intitola Il solito desiderio di uccidere. Ed è proprio ciò che Charlotte e Miranda, le due sorelle protagoniste del romanzo, ammettono di provare ogni volta che fanno visita ai loro genitori eccentrici, estenuanti, ormai in pensione, nella loro fatiscente fattoria nella campagna francese piena di animali: anatre, gatti, galline e lama. La madre, una casalinga, viene descritta da Miranda come “un pezzo di mobilio vittoriano basso e tozzo”. Il padre, ex professore di filosofia, vive immerso nei suoi pensieri. I due si erano conosciuti a Oxford nei primi anni sessanta e si erano sposati dopo una gravidanza non pianificata. Da più di cinquant’anni parlano e parlano, immersi fino al collo in un matrimonio che Miranda definisce “una partita tra ostinazione e pedanteria”. Però, man mano che emergono le storie dei genitori attraverso vecchie lettere e altri espedienti narrativi, diventa evidente che, per quanto Charlotte e Miranda si siano sempre sentite ignorate da questi strani genitori, anche loro non li conoscono davvero. O almeno non fino in fondo. Nessuno di noi conosce davvero i propri genitori, dato che ci viene fornita solo una versione selezionata delle loro vite giovanili. L’umorismo più affilato è sempre radicato in qualche forma di dolore. Leggere questo libro così divertente mi ha sollevato lo spirito e mi ha fatto rilassare le spalle contratte.
Maureen Corrigan, Npr

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Questo articolo è uscito sul numero 1637 di Internazionale, a pagina 82. Compra questo numero | Abbonati