Il vivido e inquietante libro di Ben Machell esplora l’evoluzione del rapporto tra società e il paranormale attraverso la vita e il lavoro del parapsicologo Tony Cornell attivo dagli anni cinquanta del novecento fino al 2003. Scrittore elegante, Machell rimane silenziosamente sullo sfondo, mentre l’archivio di Cornell diventa esso stesso una sorta di canale tra i vivi e i morti. Ci sono appunti, articoli e interviste con persone che affermavano di aver vissuto esperienze soprannaturali. È tipico della compostezza di Machell scrivere che quando si leggono questi documenti “sembra di sentire la voce ferma di un uomo razionale che bussa metodicamente al muro tra la realtà e qualcos’altro”. Lo stesso si può dire del suo biografo. L’abilità di Machell, in un libro finemente in equilibrio tra razionalità e curiosità, sta nel combinare una ricerca approfondita con descrizioni di bambini fantasma, di muri che colano acqua e di colpi notturni (ce ne sono parecchi), tanto vivide e potenti quanto qualsiasi opera di narrativa horror, che però resiste all’equivalente letterario di “indossare un lenzuolo bianco e gemere”.
Luke Turner, The Observer
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Questo articolo è uscito sul numero 1637 di Internazionale, a pagina 82. Compra questo numero | Abbonati