◆ L’aumento delle temperature dovuto all’uso dei combustibili fossili ha moltiplicato per tre le vittime del caldo estremo che ha colpito l’Europa occidentale tra la fine di giugno e l’inizio di luglio, afferma il primo studio rapido sulla mortalità legata al cambiamento climatico durante un’ondata di caldo. I ricercatori dell’Imperial college London e della London school of hygiene and tropical medicine hanno esaminato i dati relativi a dodici città europee nei dieci giorni tra il 23 giugno e il 2 luglio, stimando che dei 2.300 decessi complessivamente attribuibili al caldo, circa 1.500, cioè il 65 per cento, siano il risultato del cambiamento climatico, che ha aumentato le temperature registrate in quel periodo di un margine compreso tra uno e quattro gradi. La città dove il riscaldamento ha prodotto gli effetti più gravi è Milano, con 317 decessi supplementari, seguita da Barcellona, Parigi, Londra e Roma. L’88 per cento delle vittime aveva più di 65 anni. I ricercatori avvertono che se le emissioni di gas serra non saranno ridotte rapidamente, nei prossimi anni le ondate di caldo avranno conseguenze sempre più gravi, soprattutto in Europa occidentale, che si sta riscaldando due volte più rapidamente della media globale. Secondo i dati del servizio sul cambiamento climatico di Copernicus, nel continente europeo quello del 2025 è stato il mese di giugno più caldo mai registrato, mentre a livello mondiale si è classificato al terzo posto dopo quelli del 2024 e del 2023.
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Questo articolo è uscito sul numero 1622 di Internazionale, a pagina 106. Compra questo numero | Abbonati