Nuove prove stanno mettendo in discussione l’ipotesi secondo cui la vita sulla Terra è stata segnata da cinque grandi estinzioni di massa, indicando che gli organismi terrestri abbiano subìto meno danni di quelle marine. Semi e spore resistenti, in particolare, avrebbero favorito la sopravvivenza delle piante e di conseguenza anche quella degli animali. Questa tesi, spiega New Scientist, contrasta con la versione corrente delle “big five”, secondo cui questi eventi catastrofici avrebbero colpito allo stesso modo gli oceani e le terre emerse. La controversia si riflette anche sull’attuale crisi ecologica, che secondo molti scienziati sta provocando una sesta estinzione di massa. Per alcuni ricercatori, come John Wiens, questa definizione è impropria: negli ultimi cinque secoli è scomparso meno dello 0,1 per cento delle specie note, un dato ben lontano dal 75 per cento che definirebbe un’estinzione di massa vera e propria. Evitare di fissarsi su soglie precise potrebbe aiutarci ad agire con maggiore lucidità. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1618 di Internazionale, a pagina 109. Compra questo numero | Abbonati