La ricerca dell’immortalità è probabilmente antica quanto lo sviluppo della coscienza di sé nell’essere umano, e quindi non sorprende che l’arte continui a confrontarsi, in un modo o nell’altro, con figure immortali o non morti. Il genere dei vampiri sembra non passare mai di moda. Anima nera non parla esattamente di un vampiro, ma ruota intorno alla ricerca dell’immortalità da parte di una donna e delle vite che sacrifica per prolungare la propria. È tanto la sua storia quanto quella delle sue vittime e del carico di dolore che lasciano dietro di sé. Jake è una delle sue vittime e i capitoli alternati prendono la forma di testimonianze che sta raccogliendo nel tentativo di scoprire chi sia questa donna, cosa stia facendo e perché. Susan Barker alza la tensione un passo alla volta, rivelando lentamente l’orrore ma mantenendo saldo il controllo sulle implicazioni emotive nelle vicende di ogni vittima. Sebbene il romanzo alla fine metta in discussione quanto la donna sia davvero libera, anche tutti gli altri personaggi sono intrappolati, in modi diversi. Forse è questa la condizione umana, a prescindere dalla durata della vita di ciascuno di noi. E benché la donna dai molti nomi sia, in un certo senso, la cattiva della storia, è difficile non provare simpatia per lei: è un personaggio affascinante che ha trasformato la sua vita in un’arte e il modo in cui lo ha fatto è sorprendentemente originale e bizzarro. Anima nera si rivela una lettura estremamente appagante.
Ilana Masad, Los Angeles Times

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Questo articolo è uscito sul numero 1615 di Internazionale, a pagina 92. Compra questo numero | Abbonati