Il 3 maggio gli australiani sono chiamati alle urne per eleggere il nuovo parlamento e scegliere chi sarà il primo ministro. Il costo della vita e la crisi abitativa sono tra i temi che più stanno a cuore agli elettori, scrive la Bbc. Si stima che circa 18 milioni di cittadini andranno a votare e ci si attende una competizione serrata tra il primo ministro uscente Anthony Albanese ( nella foto ), leader del Partito laburista, e il conservatore Peter Dutton, capo del Partito liberale. È possibile che nessuno dei due candidati otterrà il sostegno necessario a governare da solo e dovrà assicurarsi l’appoggio di parlamentari indipendenti o di partiti minori. L’ultimo sondaggio del Guardian prima del voto dava i laburisti di Albanese al 52 per cento e i conservatori al 48 per cento. La campagna elettorale è coincisa con la guerra dei dazi scatenata dagli Stati Uniti e l’imprevedibilità diplomatica del presidente Donald Trump, e questo favorirà probabilmente Albanese. “Il premier uscente non nomina esplicitamente Trump quando dice agli elettori che un eventuale governo conservatore porterebbe il caos in Australia”, scrive la Reuters. Ma il riferimento è chiaro. Quando a gennaio Trump si è insediato alla Casa Bianca, i conservatori erano in vantaggio, grazie al malcontento degli australiani per la crisi abitativa. Ora la situazione si è ribaltata.
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Questo articolo è uscito sul numero 1612 di Internazionale, a pagina 34. Compra questo numero | Abbonati