I cuccioli di pipistrello imparano a emettere suoni in modo simile ai bambini, ripetendo ritmicamente i singoli elementi di vocalizzazioni più articolate. Gli esseri umani imparano a parlare da piccoli, un compito complesso che non è paragonabile a quello dei pipistrelli. Ma arrivati a una certa età, i bambini cominciano a ripetere le sillabe, giocosamente, senza un chiaro scopo comunicativo. Quattro ricercatrici hanno condotto uno studio nelle foreste tra la Costa Rica e Panamá, monitorando una ventina di cuccioli di pipistrello della specie Saccopteryx bilineata. Studiare le vocalizzazioni dei pipistrelli è difficile, perché l’orecchio umano non percepisce tutte le frequenze. I suoni sono stati quindi registrati digitalmente e trasformati in segni grafici, creando una libreria delle vocalizzazioni. È emerso che i piccoli imparano le vocalizzazioni del corteggiamento in blocchi di suoni, che ripetono più volte. Questi suoni sono diversi da quelli usati, per esempio, per chiedere aiuto. Secondo Science, lo studio aiuterà a identificare i meccanismi cognitivi, nervosi e biochimici alla base dell’apprendimento dei suoni nei mammiferi. ◆
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Questo articolo è uscito sul numero 1424 di Internazionale, a pagina 105. Compra questo numero | Abbonati