Da più di duemila anni, quando gli antichi romani la lanciarono in grande stile, l’edilizia stradale è un’attività dura e faticosa che prevede lo spostamento di enormi quantità di rocce e sassi e, più di recente, la copertura della superficie con asfalto o calcestruzzo. Ora un team di ricerca svizzero ha ideato una soluzione più elegante. Può sembrare strano, ma si basa sulla lavorazione a maglia.
Martin Arraigada e Saeed Abbasion dei Laboratori federali svizzeri di scienza e tecnologia dei materiali (Empa) usano un braccio robotico per disporre il filo in trame elaborate. Man mano che il disegno prende forma, vengono aggiunti e pressati gli strati di pietre. Il risultato è una struttura sorprendentemente stabile e resistente. Un tratto di marciapiede realizzato con questa tecnica ha sopportato un carico di mezza tonnellata, e le pietre sono rimaste praticamente immobili.
Di solito strade e marciapiedi sono fatti con strati di sabbia, pietrisco e sassi di grana diversa. Una volta posati, la superficie viene trattata con un aggregato tenuto insieme dal cemento per ottenere il calcestruzzo o mischiato al bitume per ottenere l’asfalto. Entrambi i metodi sono dannosi per l’ambiente, perché per produrre il calcestruzzo si emette molta anidride carbonica mentre il bitume, una sostanza simile al catrame, deriva dal petrolio.
Le strade lavorate a maglia generano meno emissioni. Inoltre, pietre e filo si riciclano facilmente, spiega Arraigada. Per il filo i ricercatori hanno testato vari materiali optando alla fine per tessuti riciclati rinforzati con il poliestere, un tipo di plastica che non marcisce ed è riciclabile. L’obiettivo però è trovare materiali biologici in grado di garantire lo stesso risultato.
◆ In futuro l’inquinamento atmosferico prodotto dall’asfalto potrebbe superare quello delle automobili. I ricercatori dell’università di Yale hanno verificato che alcune emissioni nocive raddoppiano quando l’asfalto raggiunge, come succede spesso in estate, temperature tra 40 e 60 gradi Celsius.–New Scientist
L’idea di usare la lavorazione a maglia per le strade s’ispira ai progetti del gruppo di ricerca architettonica Gramazio Kohler del politecnico Eth di Zurigo. Da uno di questi, coordinato da Gergana Rusenova, è nata una struttura a undici colonne, che ricorda un po’ il sito di Stonehenge, realizzata nello stesso modo. Mentre un robot posava 120 chilometri di filo, seguendo disegni geometrici, venivano aggiunte trenta tonnellate di pietre frantumate. Sulle colonne alte tre metri è stata poi posta una lastra di pietra di nove tonnellate. Secondo Arraigada, però, ci vorrà tempo prima che le strade fatte a maglia diventino realtà. Al momento, infatti, i ricercatori stanno ancora testando varie trame e creando simulazioni al computer per verificare la stabilità delle pietre. Seguiranno altri test, tra cui uno che prevede di applicare la pressione generata dalle ruote dei veicoli in movimento.
Di solito le superfici in calcestruzzo e asfalto sono impermeabili e hanno una forma che favorisce il deflusso della pioggia nei canali di scolo. Se l’acqua resta intrappolata nelle crepe, infatti, possono formarsi delle buche, soprattutto se si congela e aumenta di volume aprendone altre. Legando gli aggregati con il filo, invece, si ottiene una superficie stradale permeabile che riduce la formazione delle buche e presenta altri vantaggi. Secondo i ricercatori una strada porosa, che lascia filtrare l’acqua nel sottosuolo, limita i danni all’idrologia locale dovuti alla copertura del terreno. Come succede con un bel cardigan, il successo dell’impresa dipenderà dalla scelta del disegno. ◆ sdf
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Questo articolo è uscito sul numero 1409 di Internazionale, a pagina 123. Compra questo numero | Abbonati