Nella storia dei viaggi i veneziani hanno il merito di aver portato un’innovazione significativa e di averne mancata un’altra di poco. Nel 2014 gli abitanti della laguna provarono a imporre un divieto per i trolley nei vicoli di Venezia, ma senza riuscirci. Sette secoli prima, però, la città era stata all’avanguardia nell’uso dei confini internazionali per fermare una malattia infettiva. La parola “quarantena” deriva dall’obbligo per le navi di sostare al largo per quaranta giorni in caso di sospetto focolaio di peste. All’epoca il provvedimento deve aver provocato diversi inconvenienti per i marinai, ma niente in confronto agli effetti prodotti sull’industria dei viaggi dalle misure per questa pandemia. Ora il tentativo di ripristinare la fiducia ha accelerato il percorso verso servizi digitali senza contatti e senza interruzioni. Il ritorno dei viaggi internazionali dipende dalla possibilità di convincere le persone che spostarsi è sicuro, individuando procedure che siano accettabili per le autorità sanitarie. Le lunghe quarantene sono un deterrente per i viaggi quasi quanto lo è il divieto totale di spostarsi, spiega Andrew Charlton, della società di consulenza Aviation Advocacy. “La gente non ha paura di volare, ha paura di arrivare”, precisa. La ripresa degli spostamenti interni nei paesi in cui il covid-19 continua a imperversare dimostra che riempire gli aerei non è un problema. Un sondaggio condotto a luglio del 2020 indicava che solo il 10 per cento dei viaggiatori di piacere e il 9 per cento dei viaggiatori d’affari europei avrebbe evitato i voli. A ottobre i dati raccolti dall’International air transport association (Iata) hanno dimostrato che dall’inizio del 2020 appena 22 passeggeri, su un totale di 1,2 miliardi, avevano contratto il covid-19 a bordo di un aereo. I consulenti medici della Iata sottolineano che, pur ipotizzando un 90 per cento di casi non individuati, comunque i contagi sono stati uno ogni 2,7 milioni di passeggeri.

I voli commerciali sono dotati di impianti di filtraggio dell’aria simili a quelli delle sale operatorie. L’aria a bordo di un aereo viene sostituita dalle venti alle trenta volte ogni ora. Anche la disposizione dei posti a sedere può essere decisiva: secondo la Boeing, stare seduti accanto a un’altra persona, rivolti verso lo schienale della poltrona davanti, equivale a stare seduti a due metri di distanza in un qualsiasi spazio chiuso. Le nuove misure poi rendono i voli ancora più sicuri. Alcune compagnie tengono liberi i sedili centrali nella classe economica. Inoltre le pratiche per garantire l’igiene vanno ben oltre la raccolta dei rifiuti da parte dell’equipaggio. La coda per il bagno è vietata a bordo di molti voli, e diverse compagnie hanno introdotto procedure per distanziare i passeggeri facendoli salire e scendere secondo un ordine preciso stabilito in base alla fila occupata. Infine, gli aerei sono accuratamente disinfettati tra un decollo e l’altro.

Molti paesi vietano ancora il traffico aereo, e gli altri prevedono restrizioni

Il principale ostacolo alla ripresa dei voli sono i confini chiusi e la continua modifica delle regole per entrare nei singoli stati. Su 220 paesi monitorati dal portale di viaggi Kayak, cinquanta mantengono il divieto del traffico aereo, e quasi tutti gli altri prevedono restrizioni. I vaccini alimentano la speranza, ma Gloria Guevara, capo del World travel & tourism council (Wttc), sottolinea che l’industria dei viaggi “non può più aspettare”. Secondo l’organizzazione, se le restrizioni restano fino all’estate sono a rischio 198 milioni posti di lavoro.

L’industria dell’aviazione ha puntato sui tamponi. Ma le norme su come, dove e quando effettuarli sono un miscuglio di requisiti diversi che rende ancora più problematica la situazione. Negli Stati Uniti i Centers for disease control and prevention (Cdc) raccomandano ai cittadini di sottoporsi a un tampone tra le 24 e le 72 ore prima di rientrare dall’estero, e poi d’isolarsi in casa per sette giorni. I viaggiatori stranieri devono provare di aver fatto il test e che l’esito è stato negativo. Poi sono controllati all’arrivo e devono passare un periodo di quarantena, spesso in albergo e a spese loro. Fino a quando non saranno somministrati vaccini a tappeto o non saranno disponibili test rapidi affidabili ed economici, la speranza è che una procedura standard prima della partenza possa facilitare la ripresa dei viaggi internazionali. La Iata e l’Aci World, un’associazione globale degli aeroporti, hanno chiesto che la quarantena sia sostituita da un sistema preventivo di tamponi riconosciuto a livello internazionale. Perché questo sistema funzioni è indispensabile concordare una serie di procedure e meccanismi per verificare che i passeggeri siano vaccinati o comunque non infetti. Il capo della compagnia aerea Qantas, Alan Joyce, è convinto che un “passaporto immunitario” possa diventare un requisito indispensabile per volare. La Iata sta promuovendo Travel pass, un’applicazione sanitaria che permette alle autorità di verificare i test e l’identità dei passeggeri attraverso risultati forniti da laboratori riconosciuti. L’app è gratuita per i viaggiatori, mentre le compagnie aeree versano un piccolo contributo. Un’iniziativa più recente, sostenuta da giganti della tecnologia come Microsoft e Oracle, ha un obiettivo simile.

Secondo Arnaud Vaissié, della International Sos, la più grande azienda del mondo nel campo della sicurezza dei viaggi, questo tipo di strumenti diventerà molto comune. Vaissié ricorda che dopo l’11 settembre 2001 la sicurezza dei voli, che in precedenza era solo una complessa funzione aziendale, diventò la preoccupazione principale dei consigli d’amministrazione. Nel futuro dei viaggi internazionali le informazioni sulla salute saranno importanti quanto i passaporti.

L’esperienza dei biglietti elettronici, passati dal 20 per cento del totale del 2004 al 100 per cento nel 2008, dimostra che la condivisione digitale dei dati può ridurre i costi e rendere più facili i viaggi. Restano alcuni ostacoli tecnici per far dialogare i sistemi sanitari, tra loro e con i sistemi informatici delle compagnie aeree. Jeffrey Goh, capo della Star Alliance, la più grande alleanza di compagnie aeree del mondo, sottolinea che l’industria si è rassegnata a convivere con lasciapassare multipli. I dati personali dovranno essere messi in sicurezza, ma i sistemi dovranno essere anche abbastanza flessibili per condividere le informazioni sanitarie richieste nei diversi paesi. Inoltre bisognerà trovare un modo per non discriminare i passeggeri che non possono vaccinarsi.

Da sapere
Dipendenza dai visitatori
Entrate del turismo (selezione di paesi), 2018, % del pil (fonte: Unctad, Unwto, the economist)

Un maggior numero di dati

Il fatto che il settore dei viaggi abbia una lunga esperienza nel facilitare gli spostamenti è sicuramente positivo. Steve Peterson, della Ibm, spiega che questi sistemi potrebbero rappresentare “l’ossatura” per conservare un maggior numero di dati, permettendo un nuovo livello di personalizzazione dei viaggi. Peterson fa l’esempio di un passeggero che viaggia da Londra a New York con un pacchetto che comprende volo, albergo e trasporto all’arrivo. Se qualcosa dovesse cambiare, per esempio a causa di un ritardo del volo, un’applicazione con i dati dell’utente potrebbe automaticamente modificare le prenotazioni. L’applicazione potrebbe addirittura gestire l’intero viaggio, e l’utente dovrebbe limitarsi a inserire la destinazione e le date di andata e ritorno, lasciando che i dettagli sui suoi ultimi spostamenti e le sue preferenze personali guidino le scelte su voli, alberghi e tutto il resto.

Anche la sosta negli aeroporti potrebbe diventare più semplice. Jeff Lennon, della Vision-Box, un’azienda portoghese specializzata nei controlli automatici alle frontiere, sottolinea che “la biometrica è essenziale, e il volo è la chiave”. Un’applicazione conserverà le credenziali dell’utente, mentre le telecamere potranno riconoscerlo ai varchi di sicurezza, aprendoli automaticamente. Nina Brooks, della Aci World, ha dichiarato che circa cinquanta aeroporti stanno sperimentando le soluzioni biometriche. L’esito ideale sarebbe un’esperienza di viaggio senza gran parte dei fastidi che ci sono oggi. ◆as

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it

Questo articolo è uscito sul numero 1401 di Internazionale, a pagina 64. Compra questo numero | Abbonati