L’11 marzo 2011 un terremoto di magnitudo 9 sulla scala Richter e un successivo tsunami devastarono il nordest del Giappone, causando un grave incidente nella centrale nucleare di Fukushima. Dieci anni dopo il recupero della centrale è ancora agli inizi. La Tepco, proprietaria dell’impianto, prevede trent’anni di lavori. Bisogna rimuovere il combustibile non danneggiato e i residui di quello fuso, smantellare i reattori e smaltire i depositi di acqua radioattiva, usata per il raffreddamento. La rimozione del combustibile nel primo reattore comincerà nel 2027, quella nel secondo nel 2024, nel terzo sarà completata entro la fine del mese e nel quarto è terminata. L’operazione dovrebbe concludersi nel 2031. Rimuovere i residui del combustibile fuso è ancora più difficile, tanto che non è stata fissata una data per l’inizio dei lavori. Visto che non si conoscono le condizioni del materiale, si pensa di usare un braccio robotico per verificare la situazione. Un’altra sfida è lo smaltimento dell’acqua contaminata. Era stato proposto di disperderla nell’oceano o nell’atmosfera, ma i paesi vicini, i gruppi ambientalisti e il settore ittico si sono opposti. ◆
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Questo articolo è uscito sul numero 1400 di Internazionale, a pagina 97. Compra questo numero | Abbonati