“C’è preoccupazione per il futuro della Somalia. L’8 febbraio è scaduto il mandato del presidente Mohamed Abdullahi Mohamed, detto Farmajo, ma non è stato eletto il successore”, scrive The East African. Per risolvere la crisi sono stati organizzati incontri tra il governo centrale e i rappresentanti degli stati federali, ma “la soluzione non è a Mogadiscio”, sostiene il settimanale del Corno d’Africa. A dicembre non si sono svolte le elezioni legislative (la nuova assemblea avrebbe poi dovuto eleggere il presidente) perché due stati, Jubaland e Puntland, si sono opposti per questioni di controllo territoriale. E lì si è insinuata la guerra per procura tra gli Emirati Arabi Uniti – che sostengono Jubaland e Puntland – e il Qatar, che appoggia Mogadiscio. Gli Emirati starebbero facendo pressioni sui governatori dei due stati perché respingano ogni accordo con Farmajo. Per risolvere la crisi somala, scrive The East African, è necessario coinvolgere le potenze del Golfo e farle venire allo scoperto. “L’unico motivo per cui non è ancora scoppiata una guerra è che i somali non ne possono più di combattere e vogliono la pace”. ◆
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Questo articolo è uscito sul numero 1397 di Internazionale, a pagina 28. Compra questo numero | Abbonati