Il 10 febbraio il governo francese ha presentato in parlamento la proposta di legge “clima e resilienza”, l’ultima delle iniziative legislative con cui il presidente Emmanuel Macron spera di rafforzare le sue credenziali ambientaliste in vista delle elezioni presidenziali del 2022. La legge raccoglie alcune delle proposte elaborate tra il 2019 e il 2020 dalla convenzione civica sul clima, un organo composto da 150 persone estratte a sorte. Questo metodo era stato scelto da Macron per non ripetere l’errore commesso con la tassa sulle emissioni, che nel 2018 aveva scatenato le proteste dei gilet gialli. Secondo Libération, però, le proposte formulate dalla convenzione sono state fortemente annacquate a causa delle pressioni delle industrie interessate, e secondo molti scienziati non basteranno a raggiungere l’obiettivo principale dell’iniziativa: ridurre le emissioni francesi di gas serra del 40 per cento entro il 2030. E anche se le lobby non sono riuscite a bloccare l’introduzione del reato di “ecocidio” (che dovrebbe punire i responsabili dei disastri ambientali) in realtà la misura è stata privata di ogni sostanza, commenta il quotidiano. ◆
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Questo articolo è uscito sul numero 1396 di Internazionale, a pagina 30. Compra questo numero | Abbonati