I due aggressori dell’attacco di Bondi beach a Sydney del 14 dicembre si erano addestrati in Australia, prima di aprire il fuoco sulla folla durante le celebrazioni per una festa ebraica e uccidere quindici persone, un attacco per il quale il primo ministro Anthony Albanese si è scusato con la comunità ebraica il 22 dicembre.

Secondo i documenti del tribunale resi pubblici il 22 dicembre, i due autori del massacro, padre e figlio, in passato hanno registrato un video seduti davanti a una bandiera del gruppo terroristico Stato islamico.

I due uomini, Sajid Akram, 50 anni, indiano entrato in Australia con un visto nel 1998, e suo figlio Naveed Akram, nato nel paese 24 anni fa, hanno anche fatto “una ricognizione” su questa spiaggia, famosa in tutta l’Australia e nel mondo, pochi giorni prima del 14 dicembre.

Gli aggressori hanno aperto il fuoco il 14 dicembre poco prima delle 19 durante un raduno per la festa ebraica di Hanukkah sulla spiaggia, dove si erano radunate migliaia di persone tra bagnanti e fedeli.

Mentre il padre, Sajid Akram, è stato ucciso dalla polizia, il figlio Naveed è stato trasferito dall’ospedale, dove era ricoverato, al carcere. Lo ha riferito la polizia. È stato accusato di terrorismo e di avere ucciso quindici persone.

La polizia ha segnalato un video trovato su un cellulare in cui Sajid e Naveed Akram sono seduti davanti a una bandiera del gruppo Stato islamico, mentre recitano un brano del Corano. Una bandiera dello Stato islamico è stata trovata anche nella loro auto poco dopo l’attacco.

Intanto lo stato del Nuovo Galles del Sud, di cui Sydney è la capitale, ha introdotto una nuova legislazione che è stata descritta come “la più severa del paese”: il numero di armi autorizzate per individuo sarà ora limitato a quattro. Gli individui esenti, come gli agricoltori, potranno possedere fino a dieci armi.

Il governo locale stima che nello stato più popoloso d’Australia circolino 1,1 milioni di armi da fuoco. La legge vieterebbe anche l’esposizione di “simboli terroristici”, tra cui la bandiera del gruppo Stato islamico.

Le autorità potranno inoltre vietare le manifestazioni fino a tre mesi dopo un attacco. Chris Minns, premier del Nuovo Galles del Sud, ha dichiarato che sta valutando anche una legislazione più severa sui discorsi d’odio nel 2026, in particolare sugli slogan che invocano la “globalizzazione dell’intifada”.

Il governo federale australiano ha anche annunciato un pacchetto di riforme delle leggi sul possesso di armi e sull’incitamento all’odio, oltre a una revisione dei servizi di polizia e di intelligence.

Dopo aver annunciato l’intenzione di inasprire la legislazione australiana contro l’estremismo, Albanese ha annunciato un programma d’acquisto delle armi da fuoco in circolazione.

Ha insistito sul fatto che “non c’è motivo per cui qualcuno che vive nei sobborghi di Sydney debba avere bisogno di così tante armi da fuoco”, riferendosi alle sei armi legalmente possedute da uno degli assalitori.

Si tratta del più grande ritiro di armi dal 1996, quando l’Australia ha inasprito le norme sulle armi in seguito a una sparatoria a Port Arthur in cui sono morte 35 persone.