Il 17 dicembre il parlamento europeo ha approvato un testo che esorta la Commissione europea a garantire “un accesso sicuro all’aborto” a tutte le donne del continente.

L’accesso all’interruzione volontaria di gravidanza può variare molto da uno stato europeo all’altro: in Francia è garantito dalla costituzione, ma in altri paesi è sottoposto a forti restrizioni.

È il caso, in particolare, di Malta, dove alcune donne “sono in preda alla disperazione più totale”, ha dichiarato all’Afp l’eurodeputata ecologista francese Mélissa Camara.

In Polonia, che ha una delle normative più rigide in materia, nel 2024 sono stati praticati solo 896 aborti.

Più di un milione di firme

Il testo approvato il 17 dicembre è basato su una petizione che aveva raccolto più di un milione di firme di cittadini europei.

Chiede alla Commissione “d’istituire un meccanismo” che permetta “a qualsiasi persona residente nell’Unione europea che non abbia accesso a un aborto sicuro e legale” di raggiungere, a costi contenuti, uno dei ventisette stati membri che autorizzi la pratica.

Il meccanismo sarebbe finanziato da Bruxelles e dagli stati membri su base volontaria.

Gruppi di sinistra e di centro

L’iniziativa è stata accolta con favore soprattutto dagli eurodeputati dei gruppi di sinistra e di centro.

L’estrema destra e una parte della destra hanno invece respinto il testo, sostenendo che non spetti a Bruxelles intervenire sul tema dell’aborto.

“È sbagliato coinvolgere l’Unione europea in questioni che rientrano nelle competenze dei singoli stati”, ha dichiarato all’Afp l’eurodeputato francese François-Xavier Bellamy, del partito di destra Les Républicains.

La Commissione europea si era impegnata a esaminare la petizione, promossa dal movimento My voice, my choice (La mia voce, la mia scelta), entro marzo 2026.

Ma non avrà alcun obbligo di trasformare la petizione e il testo approvato il 17 dicembre in un atto giuridico europeo.