Il 10 dicembre è entrato in vigore in Australia un divieto d’accesso ai social network per i minori di 16 anni, una prima mondiale il cui obiettivo è “riprendere il controllo” di fronte alle piattaforme, come ha dichiarato il primo ministro Anthony Albanese.
Centinaia di migliaia di adolescenti si sono svegliati senza poter accedere ad applicazioni su cui trascorrevano una parte consistente del loro tempo libero.
In caso di violazioni della legge, i social network rischiano multe fino a 49,5 milioni di dollari australiani (circa 28 milioni di euro).
“È una prima mondiale”, ha dichiarato il 10 dicembre Albanese, sottolineando che si tratta di “uno dei più grandi cambiamenti sociali e culturali che il nostro paese abbia mai conosciuto”. “Riprenderemo il controllo”, ha aggiunto.
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Dipendenza dagli smartphone, molestie online, violenza, contenuti sessuali: il divieto è stato accolto con sollievo da molti genitori, ma contestato da molti adolescenti.
Tra i genitori favorevoli c’è Mia Bannister, che aveva più volte denunciato il ruolo dei social network nel suicidio di suo figlio adolescente Ollie, vittima di bullismo online e di video che hanno favorito la sua anoressia.
Secondo alcuni studi, trascorrere troppo tempo online minerebbe il benessere degli adolescenti.
“Penso che il governo non abbia idea di cosa stia facendo”, ha affermato invece Layton Lewis, 15 anni.
Bianca Navarro, 10 anni, conta già gli anni che la separano dalla riattivazione del suo account YouTube. “Dovrò aspettare sei anni prima di poter guardare di nuovo i video”, ha dichiarato.
Dal 10 ottobre Facebook, Instagram, YouTube, TikTok, Snapchat e Reddit hanno l’obbligo d’impedire l’accesso ai minori di 16 anni. Dovranno rispettare il provvedimento anche le piattaforme di streaming Kick e Twitch, nonché i social network Threads e X.
Per il momento la piattaforma di giochi online Roblox, la rete Pinterest e l’app di messaggistica WhatsApp sono invece escluse dal provvedimento. Ma l’elenco potrebbe cambiare, ha avvertito il governo.
I download delle applicazioni ancora accessibili agli adolescenti, tra cui Lemon8, sono aumentati vertiginosamente nel paese.
Garanzie di sicurezza
I principali social network hanno contestato il divieto, pur dicendosi disponibili a rispettarlo.
“Ci conformeremo alla legge, ma temiamo che possa indebolire la sicurezza degli adolescenti”, ha affermato il 10 dicembre Meta (Facebook e Instagram) in un comunicato.
Secondo l’azienda, molte applicazioni minori, escluse dal divieto, non offrono le stesse garanzie di sicurezza dei suoi social network.
Alcuni esperti sostengono che la legge australiana avrà un valore soprattutto simbolico, a causa delle difficoltà di applicare il divieto da un punto di vista tecnico.
Il caso australiano è seguito con attenzione anche nel resto del mondo, dato che molti paesi stanno valutando la possibilità di limitare l’accesso dei ragazzi ai social network.