L’inquinamento atmosferico che affligge la capitale indiana New Delhi è responsabile di più di 200mila casi di malattie respiratorie gravi tra il 2022 e il 2024, secondo il ministero della salute.
La megalopoli, che ha trenta milioni di abitanti, è costantemente avvolta da una nube tossica generata dalle attività industriali e dal traffico automobilistico, a cui ogni inverno si aggiungono i fumi dei roghi agricoli nelle aree circostanti.
Dalla metà di ottobre la concentrazione di particolato fine Pm2,5 – il più pericoloso perché può diffondersi nel sangue - è stata spesso decine di volte superiore al livello massimo raccomandato dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms).
|
Iscriviti a Pianeta |
Ogni giovedì le notizie più importanti sulla crisi climatica e ambientale. A cura di Gabriele Crescente.
|
| Iscriviti |
|
Iscriviti a Pianeta
|
|
Ogni giovedì le notizie più importanti sulla crisi climatica e ambientale. A cura di Gabriele Crescente.
|
| Iscriviti |
Di fronte a questa grave minaccia per la salute pubblica, il governo centrale e le autorità locali hanno attuato misure inutili o del tutto insufficienti, tra cui l’inseminazione delle nuvole per provocare la pioggia, l’irrorazione con i droni e l’installazione di torri per purificare l’aria.
“L’analisi dei dati dimostra che l’aumento dell’inquinamento atmosferico è associato a un aumento dei ricoveri in ospedale”, ha dichiarato il 2 dicembre Prataprao Jadhav, ministro con delega alla salute.
“Su 200mila casi di malattie respiratorie legate all’inquinamento tra il 2022 e il 2024, 30mila hanno richiesto ricoveri in ospedale”, ha aggiunto.
3,8 milioni di morti
Jadhav ha però sottolineato che la cattiva qualità dell’aria non è l’unica causa dei ricoveri.
“Contribuiscono anche altri fattori, tra cui le abitudini alimentari, le condizioni di lavoro e il tenore di vita”, ha dichiarato.
Secondo uno studio pubblicato nel 2024 sulla rivista britannica The Lancet, 3,8 milioni di indiani sono morti a causa dell’inquinamento atmosferico tra il 2009 e il 2019.