Ventiquattro ragazze rapite la settimana scorsa nel dormitorio di una scuola secondaria nello stato di Kebbi, nel nordovest della Nigeria, sono state liberate, hanno riferito il 25 novembre le autorità nigeriane.

In Nigeria i rapimenti di massa sono piuttosto frequenti, ma nelle ultime settimane hanno registrato un picco. Nel 2014 il gruppo jihadista Boko haram aveva rapito quasi trecento studenti a Chibok, nello stato nordorientale di Borno, un evento che aveva suscitato scalpore in tutto il mondo.

“Il presidente Bola Tinubu ha accolto con gioia la liberazione delle 24 ragazze rapite nella notte tra il 16 e il 17 novembre a Maga, nello stato di Kebbi”, ha affermato in un comunicato Bayo Onanuga, consigliere speciale del capo dello stato.

“Il presidente si è inoltre congratulato con le forze di sicurezza per il grande impegno profuso per garantire la liberazione di tutte le ragazze”, ha aggiunto.

Durante l’assalto di alcuni uomini armati alla scuola era rimasto ucciso il vicepreside Hassan Makuku, mentre 25 ragazze di religione musulmana erano state rapite. Una, però, era subito riuscita a fuggire.

Nello stato di Kebbi sono attive bande criminali che il governo definisce genericamente “banditi”, ma anche un nuovo gruppo jihadista, chiamato Lakurawa.

Oltre a quest’episodio, negli ultimi giorni più di trecento persone tra studenti e insegnanti sono state rapite in una scuola cattolica a Papiri, nello stato del Niger (centro-ovest, cinquanta sono poi riuscite a fuggire), 38 fedeli sono stati rapiti in una chiesa a Eruku, nello stato di Kwara (ovest), e 13 ragazze sono state rapite nello stato di Borno (nordest).

Inoltre, la sera del 24 novembre dieci persone sono state rapite in un villaggio dello stato di Kwara.

Il 2 novembre il presidente statunitense Donald Trump aveva minacciato un intervento militare in Nigeria in risposta a quella che definisce “una persecuzione dei cristiani”.

Il governo di Abuja aveva smentito che nel paese i cristiani siano perseguitati, sottolineando che gli attacchi colpiscono tutti i nigeriani a prescindere dalla loro appartenenza religiosa.

Negli stati del centro e del nordovest del paese i rapimenti di massa sono di solito attribuiti a “banditi”.

Il nord del paese è anche alle prese da quasi vent’anni con un’insurrezione jihadista che, secondo le Nazioni Unite, ha causato 40mila morti e più di due milioni di sfollati.