Il 23 novembre Israele ha ucciso il capo militare di Hezbollah in un attacco a un edificio alla periferia sud di Beirut, la capitale del Libano, che secondo le autorità libanesi ha causato cinque morti.
Nel pomeriggio l’esercito israeliano ha affermato di aver ucciso Haitham Ali Tabatabai. Poco dopo Hezbollah ha confermato “l’uccisione del grande leader Tabatabai in un atto d’aggressione israeliano”.
Tabatabai è il più alto esponente di Hezbollah ucciso dalla fine, quasi un anno fa, di quasi due mesi di guerra aperta tra Israele e il gruppo libanese, alleato di Hamas e sostenuto dall’Iran.
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Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha assicurato che Israele “non permetterà a Hezbollah di rafforzarsi” e ha invitato il governo libanese a “rispettare il suo impegno a disarmare il gruppo”.
Tabatabai, definito dall’esercito israeliano “il più importante comandante di Hezbollah”, era stato nominato capo militare del gruppo dopo la morte dei suoi principali leader durante il conflitto con Israele.
L’attacco israeliano ha devastato il terzo e il quarto piano di un edificio di nove piani, ha riferito un giornalista dell’Afp presente sul posto.
Cinque persone sono morte e 28 sono rimaste ferite, ha precisato il ministero della salute libanese.
Il presidente libanese Joseph Aoun ha invitato la comunità internazionale a “intervenire con forza per mettere fine agli attacchi israeliani in Libano”, sottolineando che Beirut sta invece rispettando l’accordo di cessate il fuoco.
Di recente Israele ha intensificato i suoi attacchi contro le roccaforti di Hezbollah nel sud e nell’est del Libano.
Il gruppo libanese è uscito fortemente indebolito dal conflitto con Israele, cominciato alla fine del 2023 e culminato in due mesi di guerra aperta tra settembre e novembre del 2024.
Le autorità libanesi accusano regolarmente Israele di violare l’accordo di cessate il fuoco concluso con la mediazione degli Stati Uniti, compiendo attacchi e continuando a occupare cinque posizioni strategiche nel sud del Libano.
In questa fase Washington sta esercitando forti pressioni sul governo libanese affinché proceda a disarmare Hezbollah, nonostante l’opposizione del gruppo.