Il 4 novembre il socialista Zohran Mamdani è stato eletto sindaco di New York nel corso di una giornata di elezioni locali in cui Donald Trump ha subìto diverse battute d’arresto, un messaggio di sfiducia a un anno dalle elezioni di metà mandato.
Secondo le proiezioni di vari mezzi d’informazione, Mamdani, 34 anni, grande avversario del presidente repubblicano, ha superato nettamente il principale rivale Andrew Cuomo, ex governatore dello stato di New York, che si era candidato come indipendente dopo essere stato sconfitto nelle primarie del Partito democratico.
Il 1 gennaio 2026 Mamdani diventerà il primo sindaco musulmano della più grande città degli Stati Uniti.
La sua vittoria è stata accolta con grida di gioia e lacrime dai sostenitori riuniti in una grande sala rococò di inizio novecento nel centro di Brooklyn.
“In questo periodo buio per gli Stati Uniti, New York sarà la luce”, ha dichiarato Mamdani, aggiungendo che la città “ha mostrato a una nazione tradita come sconfiggere Trump”.
L’ex presidente democratico Bill Clinton ha augurato a Mamdani di “riuscire a costruire una New York migliore, più giusta e accessibile”.
“Il futuro è un po’ più roseo”, ha commentato invece Barack Obama, riferendosi alle vittorie del Partito democratico.
Anche Trump ha reagito rapidamente ai risultati elettorali. In un messaggio pubblicato sul suo social media Truth, ha attribuito, citando alcuni sondaggisti non meglio identificati, le sconfitte del Partito repubblicano allo shutdown (la paralisi delle attività federali) e al fatto che sulle schede elettorali non c’era il suo nome.
All’inizio della giornata aveva invitato gli elettori ebrei di New York a schierarsi contro Mamdani, sostenitore della causa palestinese. Il giorno prima aveva chiesto agli elettori di votare per Cuomo, e non per il candidato repubblicano Curtis Sliwa, che non aveva alcuna possibilità di vincere, e aveva minacciato di bloccare i finanziamenti federali in caso di vittoria di Mamdani.
Secondo alcune stime, a dimostrazione dell’entusiasmo suscitato dalla vittoria a sorpresa di Mamdani nelle primarie democratiche a giugno, il tasso di partecipazione a New York è stato il più alto da quasi sessant’anni.
Nato in Uganda da una famiglia di intellettuali di origine indiana, arrivato negli Stati Uniti a sette anni e naturalizzato nel 2018, Mamdani ha messo al centro della sua campagna elettorale la lotta contro l’aumento del costo della vita.
Il suo programma prevede il blocco dei prezzi degli affitti, servizi per l’infanzia per tutti e trasporti pubblici gratuiti.
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Nella stessa giornata di votazioni, la democratica Mikie Sherrill è stata eletta governatrice dello stato del New Jersey, battendo l’uomo d’affari repubblicano Jack Ciattarelli; mentre la democratica Abigail Spanberger è stata eletta governatrice della Virginia, superando la repubblicana Winsome Earle-Sears.
Infine, gli elettori californiani hanno approvato una ridefinizione della mappa elettorale dello stato che dovrebbe favorire il Partito democratico, in risposta a un’iniziativa simile dei repubblicani in Texas.