Il 21 ottobre il presidente statunitense Donald Trump ha annunciato il rinvio a tempo indeterminato di un vertice sull’Ucraina con il suo collega russo Vladimir Putin, previsto a Budapest entro la prossima settimana, spiegando di non volere “discussioni inutili”.
Il 16 ottobre Trump aveva fatto sapere che avrebbe incontrato Putin nelle successive due settimane. Parallelamente aveva cominciato a fare pressione sull’Ucraina affinché rinunciasse alla regione orientale del Donbass in cambio della pace, ha rivelato all’Afp un alto funzionario ucraino.
Il presidente statunitense ha dichiarato alla stampa alla Casa Bianca di non volere “discussioni inutili” con Putin. “Non voglio perdere tempo. Vedremo cosa succederà”, ha aggiunto, senza fornire dettagli sui motivi del rinvio.
È stato rinviato anche un incontro preparatorio tra il segretario di stato statunitense Marco Rubio e il ministro degli esteri russo Sergej Lavrov, previsto questa settimana.
Il 21 ottobre il Cremlino ha affermato che “non è stata fissata una data precisa” per un incontro tra Trump e Putin.
Le relazioni tra i due leader si erano raffreddate dopo il vertice del 15 agosto in Alaska, che si era concluso senza passi avanti concreti sulla guerra in Ucraina.
Il 17 ottobre Trump aveva invece incontrato il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyj alla Casa Bianca, all’indomani di una conversazione telefonica con Putin.
Durante l’incontro Trump aveva cercato di convincere Zelenskyj a rinunciare alla regione del Donbass, nell’est dell’Ucraina, ha dichiarato all’Afp un alto funzionario ucraino, che ha chiesto di restare anonimo, sottolineando che “la discussione è stata molto tesa”.
Il funzionario ha aggiunto che gli sforzi diplomatici per mettere fine alla guerra in Ucraina sembrano “girare a vuoto”.
Il presidente ucraino sperava di trarre vantaggio dalla crescente frustrazione di Trump nei confronti di Putin, che continua a rifiutare un cessate il fuoco. Ma era tornato a mani vuote, dopo che il presidente statunitense aveva respinto la sua richiesta di fornitura di missili da crociera a lungo raggio Tomahawk e l’aveva esortato a concludere al più presto un accordo con Mosca.
Nei giorni seguenti Trump aveva affermato che i negoziati tra Kiev e Mosca dovrebbero essere basati sull’attuale linea del fronte.
Il 21 ottobre vari leader europei, tra cui quelli di Francia, Regno Unito e Germania, hanno concordato con il presidente statunitense sul fatto che “l’attuale linea del fronte dovrebbe servire da base per i negoziati”.
“Rimaniamo però fedeli al principio secondo cui i confini internazionali non dovrebbero essere modificati con la forza”, hanno aggiunto.