Il 20 ottobre l’Unione europea (Ue) ha dato il via libera a un divieto d’importazione del gas naturale russo entro la fine del 2027, compiendo un passo importante nei suoi sforzi per colpire l’economia di guerra della Russia.
La misura, proposta dalla Commissione europea in primavera, era all’ordine del giorno di una riunione dei ministri dell’energia dei ventisette in Lussemburgo, e ha ottenuto un ampio consenso.
Solo la Slovacchia e l’Ungheria, che non hanno uno sbocco al mare e sono fortemente dipendenti dagli idrocarburi russi, si sono opposti al divieto, ma sono stati messi in minoranza.
15 miliardi di euro
Vietando gli acquisti di gas naturale russo, che quest’anno dovrebbero raggiungere un valore totale di 15 miliardi di euro, l’Ue sta cercando di eliminare una delle principali fonti di finanziamento dell’offensiva russa in Ucraina.
Il divieto passerà ora all’esame del parlamento europeo.
La Danimarca, che detiene la presidenza di turno semestrale dell’Ue, spera di ottenere l’approvazione finale entro il 31 dicembre.
“Questa decisione segnerà il futuro del nostro continente. Smetteremo di finanziare la macchina da guerra russa e diversificheremo il nostro approvvigionamento energetico”, ha affermato il ministro dell’energia danese Lars Aagaard.
La posizione di Budapest
“Per noi l’approvvigionamento energetico non ha niente a che fare con la politica o con la guerra in Ucraina”, ha dichiarato invece il ministro degli esteri ungherese Péter Szijjártó, aggiungendo che l’entrata in vigore del divieto “metterebbe a rischio la sicurezza dell’Ungheria”.
L’Ue sta cercando di svincolarsi dagli idrocarburi russi dall’inizio della guerra in Ucraina, nel febbraio 2022.
Ma mentre ha sospeso quasi del tutto le importazioni di petrolio russo, rimane fortemente dipendente da Mosca per il gas naturale. Nel 2024 la Russia rappresentava ancora il 19 per cento delle importazioni di gas nell’Ue, rispetto al 45 per cento del 2021.